martedì 19 maggio 2009

Posti riservati sulla metro milanese?


I leghisti che chiedono posti riservati sulla metro milanese dovrebbero ricordare o leggere qualcosa su Rosa Parks e la sua storia. Rosa Parks era una donna nera di Montgomery, Alabama, impiegata come sarta in un grande magazzino. Il 1 dicembre del 1956 stava tornando stanca a casa in autobus e, poichè l'unico posto a sedere libero era nella parte anteriore del mezzo, quella riservata ai bianchi, andò a sedersi lì. Poco dopo salirono sull'autobus alcuni passeggeri bianchi e il conducente James Blake le ordinò di alzarsi e andare nella parte riservata ai neri.

Rosa si rifiutò di lasciare il posto a sedere e di spostarsi nella parte posteriore del pullman: stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe (per giunta costretta anche a stare in piedi), ella rimase al suo posto. Il conducente fermò così l'automezzo, e chiamò due poliziotti per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine.

Quella notte, cinquanta leader della comunità nera, guidati dall'allora sconosciuto pastore protestante Martin Luther King si riunirono per decidere le azioni da intraprendere per reagire all'accaduto, mentre c'erano già state le prima reazioni violente: il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery,e la protesta durò per 381 giorni; dozzine di pullman rimasero fermi per mesi finché non fu rimossa la legge sulla segregazione. Questi eventi diedero inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Lo stesso erverendo King scrisse sull'episodio descrivendolo come "l'espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà" "Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future".

Il 19 dicembre 1956 la Corte Suprema degli Usa - su richiesta dei difensori di Rosa Parks, dichiarò incostituzionali le leggi della segregazione. 42 anni dopo Barack Obama, americano, nero, varca la soglia della Casa Bianca non come cameriere o autista ma come 44° Presidente degli Stati Uniti d’America. Una lezione, questa, che qualcosa dovrebbe pur aver insegnato.

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