lunedì 28 giugno 2010

Domenica ecosostenibile ad Offeio


Tutto pronto per trascorrere una domenica ecosostenibile immersi nell'area più selvaggia della provincia di Rieti, nel borgo di Offeio di Petrella Salto, in occasione della manifestazione "EcOffeio - Un'altra economia è possibile", in programma il 4 luglio 2010 dalle 9 fino al calar del sole.Un evento organizzato dal Comitato promozionale di Offeio (http://www.offeio.com/) e dall'Associazione PosTribù Onlus (http://www.postribu.net/) con il patrocinio e contributo della Provincia di Rieti, Assessorato alle Politiche Giovanili, che prevede, con un totale coinvolgimento degli abitanti del borgo, attività di animazione e musica, laboratori, un mercato a chilometri zero con produzioni e curiosità ecosostenibili, mostre ed esposizioni dedicate all'autoproduzione, alle energie rinnovabili, all'artigianato legato a riuso e riciclo.All'evento hanno aderito anche numerose realtà del Lazio impegnate nella diffusione della mobilità sostenibile, delle energie rinnovabili, del risparmio energetico ed idrico. Tra le tante esperienze con cui si potrà entrare in contatto durante EcOffeio, vi è quella del progetto "Corrente in movimento", lanciato da un team di specialisti in energie rinnovabili (tra cui anche alcuni reatini) che propone un viaggio interamente elettrico, senza alcuna emissione di CO2, alla scoperta delle eccellenze italiane nel campo delle fonti rinnovabili. Il tema della mobilità sostenibile sarà al centro anche delle mostre proposte in collaborazione con Valledelsalto.it, che sta riscoprendo, nell'ambito di una più generale operazione di salvataggio e valorizzazione dei monumenti locali, una serie di sentieri di lunga percorrenza che transitano per il Cicolano, tra cui uno importantissimo che passa proprio per Offeio.Ed ancora: come esperienza tutta reatina, EcOffeio proporrà la conoscenza con Elettricasa: il titolare Daniele Ometto presenterà tutta una serie di prodotti a basso impatto ambientale sia nei componenti sia per l'assenza di imballaggi (detersivi e saponi alla spina, ecc), oltre a piccoli accorgimenti casalinghi per risparmiare sui consumi idrici ed energetici.EcOffeio sarà anche un laboratorio artistico che ha nel riuso dei materiali in maniera creativa uno dei suoi elementi portanti. A dimostrare il valore del riuso nell'arte e nell'artigianato saranno Giacomo Demurtas con "Metallurgicamente, dalla discarica alla forgia", l'Associazione Liberi Artigiani di Poggio Catino (RI) con "Art Recycle", e Daniele Zonetti, artista e artigiano del riciclo dell'associazione "Il Sapere delle Mani" di Nazzano (Rm).Per il resto, EcOffeio si presenta come una grande festa che, giorno dopo giorno, ha visto un sempre più intenso coinvolgimento di tutti gli abitanti del paese in uno scambio di saperi, tradizioni, produzioni e ricette tipiche, divertimento e buone pratiche ecosostenibili.Ricordiamo la collaborazione con Il Giornale di Rieti in qualità di media partner, di Go Sabina, oltre che di Sfumature di Viaggio, Slow Food Casperia e Sabina, Acqua sì di Lorenzoni srl (che installerà in paese la ormai famosa fontana di acqua alla spina frizzante e naturale), La Via Lattea, Dharma Graphica, Comune di Petrella Salto, Comunità Montana Salto Cicolano, Associazione Germogli: tutte realtà che hanno reso possibile la programmazione di numerose attività di animazione, laboratori - tutti gratuiti tra cui quello per Cityreporter, "Mani in pasta, porta il grembiule e cucina con noi come una volta al forno del paese", "Dal latte al formaggio con l'azienda I Campi di Fiamignano", "Merenda creativa con il gelato biologico de La Via Lattea con Slow Food Casperia Sabina", "Autoproduzione del sapone", "Uso delle erbe officinali e ricette dell'Associazione Germogli", "Laboratorio sartoriale e di recupero con Laura e Bruna" - ed il mercato agroalimentare a chilometri zero.Per quanto riguarda lo spazio gastronomico, chi porterà le proprie stoviglie (non usa e getta) da casa avrà uno sconto sul prezzo del pasto e già sono tanti gli abitanti del paese che hanno messo a disposizione le proprie stoviglie per raggiungere tutti insieme l'obiettivo "rifiuti zero".Presente anche lo stand della Birra d'Alta Quota "Principessa" di Cittareale, con i mastri birrai della "Birra del Borgo" di Borgorose, un progetto importante anche dal punto di vista sociale realizzato dalla Cooperativa Il Gabbiano2010 con il coinvolgimento di rifugiati.Dall'eco-pasto si passerà ad una passeggiata per il paese guidata dal professor Cesare Valentini ed allietata da un caffè equo-solidale all'interno dei vicoli di Offeio, fino all'aperitivo verde, in programma alle 18,30. Un momento di approfondimento e di proposta, con la partecipazione dell'economista Alberto Castagnola, dell'esperta di turismo responsabile e presidente di Le Mat, agenzia di sviluppo per cooperative sociali, Renate Goergen, e di Paolo Piacentini, Presidente del Parco regionale del Monti Lucretili e Coordinatore nazionale del Movimento Camminare per Conoscere.Presente anche il Comitato referendario provinciale per l'acqua pubblica, che raccoglierà le firme per i tre quesiti referendari.Ad allietare con canti e balli la manifestazione il gruppo L'Albero di Canto di Antrodoco.
Cell. 348/7641366-338/4096399

lunedì 19 aprile 2010

Programma di Governo della IX Legislatura Intervento del Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca

Signor Presidente, Signori Consiglieri,
a lei e a voi tutti gli auguri di un proficuo lavoro per il bene di tutta la nostra comunità. Naturalmente, oggi, il primo ringraziamento va ai cittadini delle Marche che hanno consolidato il loro rapporto di fiducia con le Istituzioni.
Subito dopo il pensiero va a tutti i cittadini che non si sono recati alle urne e che divengono la nostra prima preoccupazione, affinché si possa riprendere al più presto un dialogo, dentro i problemi della nostra regione. Un ringraziamento caloroso va al personale della Regione che ha dimostrato la sua efficienza e la sua professionalità, gestendo autorevolmente le elezioni regionali, dimostrando ancora una volta al resto del Paese, come anche nella pubblica amministrazione ci siano figure capaci di gestire processi organizzativi molto complessi.
Senza alcuna retorica, sono orgoglioso per le professionalità che risiedono nella burocrazia regionale e credo che a queste persone che dimostrano generosità ed impegno dovremo tutti riconoscere non solo più status, ma anche rispetto e considerazione.
Il risultato delle urne ha premiato la coalizione di Centrosinistra riformista ed è il riconoscimento più autorevole, senza alcuna possibilità di dubbio, in quanto espresso direttamente da tutti i Marchigiani sul buon governo della Regione che intendiamo continuare anche in questa legislatura.
Un risultato che, pur atteso, non era così scontato soprattutto nella dimensione in cui si è verificato.
Trascorso il periodo del confronto elettorale in cui da candidato mi sono presentato al giudizio degli elettori, torno ad essere il Presidente di tutti i Marchigiani: l’impegno è continuare a prestare attenzione nell’azione di governo a tutte le proposte e le sollecitazioni: anche a quelle che arriveranno dai banchi dell’opposizione e dalle molteplici voci della comunità regionale, per costruire insieme le Marche più forti, più sicure e più belle.

Torniamo, dunque, al lavoro e ripartiamo dal buon governo di questi cinque anni, consolidato dai fatti e dall’ampio mandato di fiducia ricevuto dai cittadini.
La nostra, infatti, è una coalizione di Centrosinistra riformista che ha scelto la via di abbreviare le distanze tra il dire e il fare, di essere dentro i problemi rifiutando ogni ritualità e il narcisismo autoreferenziale che oggi è la prima malattia della politica italiana.
Lo abbiamo già detto a confronto con i cittadini. Lo confermiamo oggi in modo solenne, in quest’aula, quale nostro impegno prioritario: prima di tutto ci sono i problemi dei cittadini, e primo tra tutti il lavoro, la protezione dei lavoratori, delle loro famiglie e del loro reddito. Sostenendo le piccole imprese del nostro artigianato, dell’industria e quelle nuove che si svilupperanno nell’agricoltura, nel commercio, nell’ambiente, nella cultura e nel turismo, nella cooperazione. Continueremo a farlo nelle difficoltà che ancora ci attendono, perché la crisi internazionale ancora morde, ma anche con la fiducia che deriva dal modo e dai risultati con cui le Marche l’hanno finora affrontata.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la crisi internazionale che dal 2008 ha investito in modo simultaneo ogni area del mondo, ha spiazzato tutti, non solo per le sue dimensioni, ma anche per i suoi contorni indefiniti e incerti. Si è trattato di una crisi generalizzata, trasversale e profonda, difficilmente collocabile in logiche settoriali e territoriali, che ha colpito diffusamente.
Gli effetti si sono fatti sentire, a tutti i livelli: non dimentichiamoci che il Pil del Paese nel 2009 è arretrato di oltre -5%.
Pur scosse e anche ferite in quella che è la loro caratteristica fondamentale - il lavoro, l’imprenditorialità e la coesione sociale - le Marche hanno retto sostanzialmente, e comunque molto meglio di altri sistemi regionali del Paese, apparentemente più solidi e strutturati.
Pur avendo attraversato il lungo tunnel della crisi internazionale, le Marche oggi sono la regione che in base a dati Istat:

-registra la più altra crescita del PIL nel decennio;

-in tutto il 2009 ha sostanzialmente difeso la propria base occupazionale (655 mila occupati) rispetto al 2008 (657 mila), a fronte di una perdita di -380 mila posti di lavoro nello stesso periodo su scala nazionale;

-conferma il primato della vocazione produttiva;

-ha la più elevata imprenditorialità, in termini di numero di imprese attive rispetto alla popolazione;

-ha una crescita della cassa integrazione elevata, ma inferiore alla media nazionale;

-presenta tutte le proprie province tra le prime 10 nella classifica del benessere interno lordo;

-ha una incidenza della povertà pari alla metà della media nazionale.



Tali risultati sono stati raggiunti grazie all’inesauribile capacità che tutti i Marchigiani da sempre hanno di stringersi e fare sistema, soprattutto nei momenti più difficili: dalle imprese alle famiglie, dalle istituzioni locali, Regione in primis, alle rappresentanze economiche e sociali, nessuno si è chiamato fuori dall’impegno corale che ha visto protagonisti i tanti e diversi attori del territorio.



Oltre ai risultati raggiunti, in termini di tenuta dei livelli di crescita e coesione sociale, molteplici sono i segnali e gli indicatori che ci spingono a proseguire nella strategia regionale intrapresa per difendere il lavoro e rilanciare l’economia.



In una recente ricerca del Censis sulle Marche, ad esempio, si rileva che malgrado la sensazione di affanno che il territorio sta vivendo, vi è al tempo stesso la convinzione diffusa che la regione stia reagendo sostanzialmente bene, e comunque meglio di altre realtà territoriali: la pensa così il 72,4% degli attori locali, che attribuisce il merito al ruolo di supporto svolto dalle Amministrazioni locali (28,6%), alla vitalità e dinamicità dell’imprenditorialità marchigiana (27,6%) o al ruolo di altri fattori (16,2%). Un ruolo centrale nel contrasto alla crisi è riconosciuto all’Istituzione regionale: l’azione anticrisi svolta dalla Regione è quella che riscuote il maggiore apprezzamento nelle valutazioni dei testimoni privilegiati (il 76,6% la valuta positivamente e tra questi il 16,8% molto positivamente), prima ancora dell’operato del Governo centrale (giudicato positivamente dal 33%), delle Province (71,8%), dei Comuni (64,7%). Il maggiore consenso verso l’intervento regionale viene espresso dalle associazioni sindacali e datoriali (il 24,3% valuta molto positivamente l’operato della regione e il 56,8% positivamente), così come dai sindaci e dai rappresentanti provinciali (12,9% molto positivamente e il 74,2% positivi.



Tuttavia, non dobbiamo abbassare la guardia, perché se anche le aspettative siano in fase di miglioramento, una eventuale ripresa si preannuncia lenta e richiede un deciso accompagnamento da parte di tutte le Istituzioni.



Per questo nel nostro programma di governo continuano a rivestire un ruolo centrale e prioritario le azioni per la tutela dei diritti del lavoro e sul lavoro, per lo sviluppo e la nuova imprenditorialità.

Consolideremo l’articolata batteria di strumenti di protezione del lavoro e delle piccole imprese che abbiamo già messo in campo, soprattutto per la difesa del reddito e l’accesso al credito, anche con nuovi interventi per tutelare le maggiori fragilità sociali di fronte alla crisi.



Ma incentiveremo anche nuovi investimenti e progetti imprenditoriali delle piccole e medie imprese - ad esempio in ricerca, innovazione, sicurezza, risparmio energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili - per favorire la nascita di nuove attività e il rilancio dell’economia, contrastando ogni forma di delocalizzazione che impoverisca le Marche.



Sul tema dello sviluppo andranno create, ancor più che in passato, le condizioni affinché le imprese, che ora in una fase di globalizzazione spinta rischiano di diventare come le piante del deserto che trasportate dal vento si fermano solo laddove trovano l’acqua, vengano e restino nelle Marche attraverso condizioni loro favorevoli.
Sarebbe tuttavia riduttivo guardare a quello che è successo, in chiave di sola resistenza. A ben vedere, la crisi internazionale ha stimolato o accelerato in alcuni casi un processo di metamorfosi del sistema marchigiano che era atteso da tempo.



Le Marche hanno resistito meglio di altre regioni, perché sono state in grado di mettersi in discussione e di cambiare, anche sulla base degli stimoli e della progettualità attivata dalla Regione, insieme alla filiera istituzionale, economica e sociale.



I Marchigiani ancora una volta hanno fatto leva in un momento di difficoltà come quello attuale su quello che forse rappresenta il tratto identitario più profondo: il saper trasformare gli svantaggi in opportunità (così è stato storicamente con la mezzadria), per fare dei propri limiti un volano di miglioramento e di successo.



Quello che è in atto nel modello marchigiano è un cambiamento di fase decisivo, una trasformazione che va in direzione del superamento di quelli che sono alcuni dei suoi limiti strutturali: l’esasperato individualismo, la scarsa propensione all’innovazione, la centralità unica della dimensione produttiva rispetto a forme di nuova economia, basate sulla distribuzione, sulla conoscenza, sull’ambiente e l’energia, sulla cultura e il turismo.



In altri termini, il sistema marchigiano ha funzionato, e da questo vogliamo ripartire, riconoscendo i fattori che ne costituiscono il dna: il carattere di responsabilità e impegno dei cittadini, prima di tutto, ma anche il valore del lavoro e dell’imprenditorialità, la vocazione manifatturiera, la qualità della vita e del territorio, la coesione sociale delle comunità locali, le piccole dimensioni.



Ma sono altrettanto forti le indicazioni che provengono in direzione di un’innovazione dello stesso modello, all’interno del quale si intravedono i segnali di un’accelerazione nel processo di terziarizzazione, di una maggiore diversificazione dell’economia, di un rapporto nuovo con l’ambiente e il territorio, della valorizzazione delle risorse turistiche e culturali, dell’emergere di nuove logiche collaborative e progettuali per attrarre risorse e investimenti che non saranno più automatici.



In definitiva, è in corso un nuova spinta all’innovazione, che la Regione ha già alimentato con determinazione nella scorsa legislatura e vuole continuare a sostenere attivamente anche nei prossimi anni, quale strumento decisivo per costruire insieme “la storia del nostro futuro”.



“Restare fedeli a se stessi, senza diventare replicanti di se stessi”: è il processo di trasformazione che le Marche attendevano da tempo, destinato presumibilmente ad impattare sulla società e l’economia della regione in misura molto maggiore di quanto sia avvenuto nell’attuale congiuntura.



Per questi motivi nel nostro programma di governo, oltre ai temi del lavoro e della crescita imprenditoriale, c’è un’attenzione privilegiata anche al welfare di qualità; alla sicurezza sociale e di comunità; alla tutela del paesaggio e alla promozione dell’ambiente quale fattore di sviluppo; all’integrazione delle risorse turistiche, culturali e territoriali; alla crescita infrastrutturale. Senza dimenticare la semplificazione della macchina amministrativa, per ridurre ulteriormente la spese improduttive e velocizzare le decisioni.



Così come sono centrali gli interventi per un welfare di qualità e la sicurezza sociale e di comunità, con il forte riconoscimento dei diritti fondamentali della persona e della famiglia: salute, educazione, formazione, integrità.



Sul versante della salute, dopo il consolidamento, nel corso della legislatura, del sistema sanitario regionale grazie al riequilibrio dei conti, inizia ora la fase dello sviluppo, con il rilancio degli investimenti e dei servizi. Una particolare attenzione sarà dedicata al potenziamento del territorio e di tutte le reti, come quelle delle farmacie e dei medici di famiglia, che possono favorire l’integrazione socio-sanitaria, l’appropriatezza delle risposte e la riduzione delle liste di attesa.



Tra i diritti fondamentali della persona, la scuola con il suo ruolo strategico: andremo soprattutto ad intercettare risorse europee per far fronte ai pesanti tagli decisi dal Governo. La formazione dovrà essere ancora di più orientata e focalizzata sui reali fabbisogni del mondo del lavoro, per offrire non false speranze, ma reali prospettive ai nostri giovani, soprattutto nelle attività economiche più innovative.



Rafforzeremo l’azione della Regione, nel rispetto delle nostre competenze, per la promozione della sicurezza di comunità e dell’ordine pubblico.



Quanto all’ambiente dovremo sempre più rapportarci con l’Ue: cambiamenti climatici, biodiversità, energie rinnovabili saranno al centro dell’attenzione. La green economy, le energie rinnovabili, sono tra le principali priorità del nostro programma di governo, per creare nuove prospettive di sviluppo nella piena tutela dell’ambiente. Enormi sono le potenzialità occupazionali nel campo dell’imprenditoria “verde”: si parla di 25.000 nuovi posti di lavoro potenziali per le Marche. Con effetti benefici anche per l’agricoltura e le politiche per la montagna, fondamentali in una regione come le Marche. Sul versante energetico puntiamo su piccoli impianti di rinnovabili diffusi, non impattanti sul territorio.



Un’altra spinta potente ai processi di sviluppo e diversificazione dell’economia regionale potranno venire anche dall’integrazione delle risorse turistiche, culturali, territoriali e rurali. Confermiamo tale priorità anche nella nuova legislatura, soprattutto per valorizzare la qualità del “brand Marche”. Abbiamo uno straordinario patrimonio di risorse di qualità - turistiche, culturali, paesaggistiche e rurali - che possiamo e dobbiamo saper valorizzare per incrementarne la nostra “riconoscibilità” su scala nazionale e internazionale: è in questo modo che produrremo valore per tutta la comunità marchigiana. In questa direzione proseguiremo ancore più intensamente la strada avviata nella scorsa legislatura.



La politica finanziaria e fiscale sarà un’altra condizione per favorire nuovi processi di sviluppo e coesione sociale: dopo la riduzione del debito e della pressione fiscale, proseguiremo nel consolidamento dell’equilibrio dei conti e nel trend di dell’abbassamento delle tasse, naturalmente compatibilmente con l’evoluzione del contesto nazionale, a cui farò più esplicito riferimento in seguito. Avere “conti in ordine” come le Marche è un segno di buona amministrazione che oggi pochissime Regioni possono vantare in Italia.



Inoltre, non c’è sviluppo senza infrastrutture. Dopo anni di immobilismo abbiamo messo in cantiere opere per 5 miliardi di euro: ora l’imperativo è accelerare affinché siano rispettati i tempi di realizzazione.



Valorizzeremo anche l’imprenditorialità locale. Sperimenteremo nuove forme di collaborazione pubblico-privata per utilizzare le linee ferroviarie secondarie, è la nostra strategia per far fronte alle esigenze di mobilità interna particolarmente necessaria in un sistema a economia diffusa e di policentrismo urbano.



Le sfide che ci attendono sono impegnative, ci aspettano ancora anni duri, ma noi siamo preparati per affrontarli, siamo temprati e pronti ad uscire dal tunnel delle difficoltà della congiuntura e proseguire il nostro sentiero di crescita.



VINCOLI E OPPORTUNITA’ DEL CONTESTO NAZIONALE



Affrontiamo queste sfide consapevoli che la nostra azione di governo sarà fortemente condizionata anche dall’evoluzione dello scenario finanziario e istituzionale nazionale. L’auspicio è che vincoli esterni non introducano incompatibilità economiche capaci di frenare gli investimenti per lo sviluppo e la coesione sociale della comunità marchigiana.



In questo campo, confermo l’invito già rivolto a Erminio Marinelli, quale leader dell’opposizione, di svolgere una funzione attiva di tramite con il Governo nazionale, per la salvaguardia degli interessi delle Marche.



Non entro in dettagli operativi. Delineo però alcune partite nei rapporti con il Governo nazionale che saranno cruciali già a partire dalle prossime settimane, perché capaci di condizionare pesantemente l’iniziativa regionale:



-il Patto per la salute 2010-2012 prevede un aumento delle risorse finanziarie, ma in misura notevolmente inferiore rispetto all’incremento medio del precedente triennio; almeno per gli anni 2011 e 2012 l’ammontare del Fondo sanitario nazionale va significativamente elevato rimettendolo in linea con le insopprimibili esigenze legate al diritto alla salute dei cittadini:



-le politiche per la tutela del lavoro e il rilancio dello sviluppo hanno bisogno anche degli accordi di programma e dei progetti speciali che la Regione Marche ha proposto al Governo; abbiamo avuto un importante segnale positivo di collaborazione nelle scorse settimane, ma ancora ci sono progetti che attendono risposte, come ad esempio nel Piceno l’Accordo di programma Val Vibrata e l’iniziativa SGL Carbon;



-il patto di stabilità interno obbliga la Regione ad attestare le proprie spese su livelli di gran lunga inferiori agli stanziamenti in bilancio, anche quelli totalmente coperti con risorse proprie; un analogo effetto “depressivo” si produce nell’intero sistema dei Comuni e delle autonomie locali;



-la gestione di una rilevante entrata statale come i Fondi Fas continua ad essere bloccata, ormai da oltre un anno, dalla mancata certezza delle effettive disponibilità delle risorse previste (225 milioni), nonostante la Regione abbia già predisposto i programmi operativi di spesa addirittura anticipando le risorse a carico del bilancio regionale;



-la prospettiva imminente dei provvedimenti attuativi del federalismo fiscale deve costituire l’occasione per affermare l’autonomia di entrata e di spesa e la responsabilizzazione amministrativa e finanziaria ad ogni livello di governo, in un’ottica di lealtà istituzionale, di concorso di tutte le amministrazioni pubbliche al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, e di premialità delle Regioni virtuose, come le Marche, che presentano “conti in ordine” ed equilibri finanziari certificati.





IL GOVERNO REGIONALE



La squadra di governo che oggi presentiamo ha i requisiti giusti per conseguire le priorità indicate ed attuare il nostro programma di governo di legislatura: Antonio Canzian, Sandro Donati, Sara Giannini, Pietro Marcolini, Luca Marconi, Almerino Mezzolani, Serenella Moroder, Marco Luchetti, Paolo Petrini (Vicepresidente), Luigi Viventi.



Questa Giunta Regionale nasce in coerenza con il giudizio espresso dai cittadini con loro voto: il criterio dei criteri che fa aggio su tutti gli altri e che risponde ad ogni valutazione strumentale, di parte o di carattere polemico.



Sono certo che tutti gli Assessori esprimano un elevato livello di competenza e di esperienza e saranno all’altezza dei compiti che li attendono. A loro auguro buon lavoro.



Tutti i territori provinciali sono rappresentati, in modo equilibrato, nel rispetto del nostro modello “policentrico” di organizzazione civile, sociale ed economica: un impegno che proseguiamo e portiamo avanti dalla passata legislatura, perché ogni cittadino di ciascun territorio delle Marche abbia gli stessi diritti e le stesse opportunità.



E’ stato anche considerato il criterio della rappresentanza delle liste che hanno ottenuto il maggior numero di consensi. Ma il valore della coesione della coalizione è irrinunciabile: per questo troveremo sempre le modalità per valorizzare ogni componente che ha partecipato alla costruzione e all’affermazione del nostro progetto.



L’impegno solenne cui è chiamato questo gruppo di persone, in spirito di squadra e senza alcun personalismo, è dettato dal programma di governo, cui ciascuno è chiamato ad offrire il massimo impegno: totale impegno e generosità di comportamento. Su cui, puntualmente, ogni anno ci sarà una verifica ed una valutazione.





PROGRAMMA DI GOVERNO



Il programma di governo che oggi presentiamo è frutto della convergenza di partiti politici, movimenti e liste civiche, ma anche delle forze vitali della comunità marchigiana



Si basa su un preciso e solido sistema di valori, in cui noi tutti ci riconosciamo.



L’azione di governo della Regione Marche è improntata al rispetto dei valori della Costituzione Repubblicana.



La Regione Marche assicura un governo istituzionale e una governance territoriale lungimirante, volta a promuovere l’interesse comune e a tutelare il cittadino.



La Regione Marche realizza una democrazia rappresentativa e promuove forme di partecipazione dei cittadini e di vita pubblica, sostiene e preserva la qualità della vita dei suoi cittadini e ne promuove il benessere socio-economico in accordo con i principi europei di economia sociale di mercato e di sviluppo sostenibile.



La Regione Marche partecipa al processo di costruzione dell’Europa dei popoli e attraverso essa contribuisce alla costruzione di un mondo di Pace, dove Libertà, Giustizia, Uguaglianza e Solidarietà siano il fondamento dell’agire comune. In questa direzione proseguiremo l’azione di cooperazione su scala internazionale per promuovere condizioni di pace e sviluppo, e consolideremo i rapporti con la comunità dei marchigiani all’estero, che avrà nella “Giornata delle Marche”, il 10 dicembre di ogni anno, il momento più significativo di ricaduta.



All’Unione Europea chiederemo anche il progressivo riconoscimento della Comunità dell’Adriatico, che ha come essenziali punti di riferimento la Segreteria dell’Iniziativa Adriatico-Ionio; Adrion, il coordinamento delle Università dell’Adriatico; i Forum delle città e delle Camere di Commercio dell’Adriatico, che hanno tutti la loro sede nella città di Ancona.



L’allargamento degli orizzonti geografici che sono riferimento della nostra attività ci obbliga a pensare le nostre azioni a partire da nuovi contesti territoriali.



Da qui la necessità di alimentare il progetto Centro-Italia, da inserire come priorità strategica nella nostra agenda politico-istituzionale fin dall’inizio della nuova legislatura.



I tempi sono maturi perché le Regioni dell’area centrale del Paese e le Istituzioni che le rappresentano, sviluppino e adottino un comune e nuovo quadro di alleanze strategiche.



E’ l’idea degli Stati Generali del Centro-Italia.



Un protagonismo nuovo del Centro-Italia, per dare una voce ad un’area sempre più stretta tra le rivendicazioni egoistiche, e spesso rancorose, del Nord e del Mezzogiorno.



Molteplici sono le motivazioni di tale strategia:



-sono forti le somiglianze e le complementarietà delle comunità regionali del Centro-Italia, basti pensare alla qualità della vita, alla crescita e alla vitalità delle micro e piccole imprese, alla presenza di risorse ambientali e culturali, alla attitudine per il “buon vivere” che caratterizza la gran parte degli abitanti, alla tradizione di buon governo che contraddistingue gli Enti locali;



-inoltre, l’approfondimento autentico sul federalismo fiscale - quello basato su fatti concreti, procedure sostanziali e cifre ben definite - inizia solo ora, richiede un sistema ampio di alleanze istituzionali, per definire attraverso i decreti attuativi un quadro di certezze sulla copertura dei diritti essenziali dei cittadini e di perequazione solidale tra territori;



-infine, al di là del dibattito teorico sul federalismo, finora, di fatto, si è assistito ad un processo di verticalizzazione delle scelte istituzionali che anche in futuro rischia di penalizzare i territori che non fanno massa critica su scala interregionale, che non presentano in maniera unitaria e coesa le proprie istanze, soprattutto in un contesto nazionale di risorse scarse o calanti;



Dunque, una “coalizione” del Centro-Italia serve a tutti: al sistema Paese contro ogni possibile spinta centrifuga, e quale cerniera funzionale e unitiva tra sistemi territoriali altrimenti distanti e separati, e serve alle singole regioni che la compongono, per consolidare i rispettivi sentieri di crescita e coesione sociale nel nuovo contesto istituzionale di un federalismo sempre più concreto e operativo.



Entriamo ora nel merito delle azioni operative.





PRIMA DI TUTTO I DIRITTI DEL LAVORO E LA SICUREZZA DEL LAVORO E SUL LAVORO

-In questa nuova fase di recessione internazionale, la coesione sociale si crea soprattutto con la protezione ed il sostegno del lavoro, dei lavoratori e del loro reddito, attraverso il consolidamento degli strumenti regionali sia di tutela che di promozione attiva e dotandosi anche di nuovi strumenti regionali a sostegno di una ripresa con occupazione, con misure che aiutino la resistenza ed il rilancio della base occupazionale, con contratti di solidarietà, ammortizzatori sociali per le piccole imprese, aiuti alle assunzioni, progetti formativi, agevolazioni per i lavoratori in difficoltà, sostegni alle nuove imprese, soprattutto giovanili e femminili.

-Sostegno al reddito per i lavoratori in mobilità e in CIGS e finanziamento della Cassa integrazione guadagni in deroga per le PMI.

-Accordi di programma per tutti i territori ed i settori in difficoltà.

-Sostegno alla formazione diffusa quale leva fondamentale per l’occupabilità e la qualità del lavoro.

-Sostegno alla nuova imprenditorialità in tutti i settori.

-Sostegno alle iniziative cooperative di lavoratori in difficoltà e al terzo settore.

-Prosecuzione del trend di riduzione degli infortuni sul lavoro con nuove politiche di sicurezza e prevenzione.

-Consolidare l’area di protezione sociale con lo strumento normativo del reddito sociale a sostegno di quote deboli della popolazione (disoccupazione di lungo periodo, precarietà, povertà, ma anche sostegno a studenti meritevoli con basso reddito familiare, ecc.).





SVILUPPO, IMPRESE E NUOVA IMPRENDITORIALITA’

-Il sistema imprenditoriale e produttivo regionale, basato sulle PMI, produce reddito e benessere e va pertanto sostenuto, assegnando priorità ai progetti a favore delle PMI di innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico, sostegno finanziario, investimento, aggregazione e costituzione di reti, spin-off, collaborazione con l’Università, semplificazione amministrativa, apertura internazionale.

-Potenziamento delle misure volte a sostenere il credito delle PMI.

-Abolizione progressiva dell’addizionale regionale residua sull’IRAP.

-Progetti di rafforzamento della competitività territoriale e internazionale del sistemi locali regionali.

-Politiche specifiche per il sostegno diretto e l’avvio di micro e piccole imprese artigianali, industriali, commerciali, turistiche, cooperative, agricole.

-Sviluppo del “distretto del mare” e della pesca.

-Contrasto deciso delle operazioni di delocalizzazione attuando e potenziando le normative regionali.

-Polo tecnologico della “domotica” come processo di innovazione che attraversa tutti i settori dell’economia e tutti i territori.

-Valorizzazione di qualità, produzioni e identità delle Marche in Italia, in Europa e nel Mondo, per incrementare “reputazione” e attrattività, soprattutto turistica, della nostra regione, diffondendo il Marchestyle.

-Creazione di un unico Ente regionale per le Fiere e il marketing strategico e territoriale.

-Nuove forme e strumenti di intervento pubblico regionale per rafforzare le attività di sostegno creditizio-finanziario e di animazione dello sviluppo del sistema economico.





INNOVARE E DIVERSIFICARE: INTEGRAZIONE TURISMO-CULTURA-AMBIENTE-AGRICOLTURA DI QUALITA’

-Nuove forme di economia capaci di affiancarsi alla specializzazione manifatturiera delle Marche: integrazione dei settori quale secondo motore di sviluppo regionale, con il coordinamento dei progetti di sviluppo delle risorse rurali, territoriali, culturali e turistiche.

-Sviluppo diffuso di nuove forme di economia verde (green economy), capaci di produrre nuova occupazione di qualità.

-Sostegno alle filiere rurali di qualità locali e diffusione dei marchi di qualità.

-Potenziamento dei servizi del terziario professionale, turistico e del commercio, con particolare riguardo alla logistica e al sistema di distribuzione di prodotti e servizi.

-Progetti integrati di valorizzazione di beni e risorse culturali.





AMBIENTE E PAESAGGIO PER LA QUALITA’ DELLA VITA

-Promozione del “senso di integrità del creato” quale forma essenziale di responsabilità morale per il rispetto della vita, della biodiversità, con politiche integrate di tutela e valorizzazione dell’ambiente.

-Una parte essenziale della nuova economia e occupazione marchigiana del sapere (grigia) e dell’ambiente (verde) avrà origine proprio dalle azioni di tutela e valorizzazione del territorio e del paesaggio , con la lotta all’inquinamento, la difesa del suolo e della costa, il contrasto del dissesto idrogeologico, il monitoraggio del rischio sismico, la valorizzazione delle aree naturali protette e la manutenzione della montagna, uno sviluppo energetico sostenibile, l’adeguamento integrato degli strumenti paesaggistici e urbanistici per la salvaguardia delle aree più sensibili e per evitare nuovo consumo di suolo.

-Promuovere e tutelare la gestione pubblica dei beni primari, quali ad esempio l’acqua.

-Progetto Appennino e potenziamento delle politiche per la montagna.

-Consolidare l’integrazione ambientale delle politiche settoriali regionali e svilupparne la centralità. Potenziare gli incentivi per la crescita delle energie rinnovabili sviluppando le previsioni del PEAR, anche attraverso una maggior dotazione finanziaria ed un piano di allocazione degli impianti, con consultazione delle comunità locali.

-Tendenziale equilibrio di autosufficienza energetica su scala provinciale.

-La Regione continuerà con grande determinazione ad attuare il PEAR, seguendo l’approccio rigoroso di rispetto delle norme di compatibilità ambientale e di rifiuto di ogni forma di ulteriore inquinamento.

-Impegno finalizzato al riequilibrio energetico territoriale, con particolare attenzione a ciascuna comunità provinciale.

-Progetti di valorizzazione di risorse ed eccellenze territoriali delle Marche su scala nazionale e internazionale, anche quali nuovi fonti di crescita occupazionale.





UN WELFARE DI QUALITA’: DIRITTO ALLA SALUTE E INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA

-Nuovo Piano socio-sanitario integrato per un sistema di welfare di qualità, con il consolidamento del percorso virtuoso, in termini di qualità e risultati, realizzato dal sistema socio-sanitario marchigiano, basato su appropriatezza e qualificazione delle prestazioni, protezione diffusa delle fragilità sociali e delle fasce più deboli della popolazione, attivazione di progetti di eccellenza, diffusione di nuove tecnologie (es. medicina molecolare), assistenza territoriale, nuovi investimenti sanitari, riduzione della mobilità passiva, equilibrio dei conti, riduzione dei costi amministrativi a vantaggio dei servizi ai cittadini.

-Valorizzazione del personale medico specialistico, di medicina generale e del personale infermieristico quale cardine del sistema socio-sanitario regionale.

-Ulteriore potenziamento delle politiche di integrazione socio-sanitaria e a favore dei servizi territoriali (distretti), anche con la semplificazione del sistema degli ambiti sociali.

-Dimezzamento delle liste d’attesa con il coinvolgimento degli operatori, il miglior utilizzo di strutture e tecnologie, l’operatività del progetto di CUP regionale.

-Valorizzazione del volontariato nel sistema di welfare e protezione sociale regionale.

-Potenziamento dei servizi di assistenza alla “non autosufficienza”.

-Processo di semplificazione del modello di governance della sanità, con il potenziamento del ruolo di programmazione della Regione e la valorizzazione delle funzioni operative dei territori, attraverso il rafforzamento delle attività di coordinamento di Area Vasta, la responsabilizzazione delle Conferenze dei Sindaci e delle Conferenze Provinciali delle Autonomie locali.

-L’ASUR è Ente di coordinamento ed indirizzo centrale.

-Scelta dei dirigenti e dei primari attraverso selezioni meritocratiche.

-Impegno straordinario per la riduzione delle liste di attesa anche attraverso una gestione più dinamica dell’intramenia e dell’extramenia.

-Prescrizione di farmaci e prestazioni sanitarie in forma elettronica diretta da parte dei medici di famiglia.

-Avvio degli investimenti per la realizzazione di nuove strutture sanitarie e socio-sanitarie.





FAMIGLIA, GIOVANI E LONGEVITA’ ATTIVA

-Progetto integrato di longevità attiva, per consolidare la centralità degli anziani nell’azione di governo, per fronteggiare le crescenti esigenze di protezione della terza età, soprattutto per la non-autosufficienza, per porre l’anziano come nuovo protagonista della vita sociale.

-Completamento del progetto di Agenzia nazionale per l’invecchiamento.

-Aiuto concreto alle famiglie e ai cittadini con il potenziamento dei servizi per la prima infanzia, tenendo conto della numerosità dei figli che frequentano il sistema scolastico inferiore; ulteriore potenziamento del diritto allo studio nella scuola dell’obbligo e per l’università.

-Potenziamento delle politiche per le pari opportunità e per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle donne.

-Progetto-casa per estendere il diritto all’abitazione.

-Sostegno economico e fiscale per la famiglia naturale (acquisto di casa, facilitazioni giovani coppie, ecc.); introduzione sperimentale di forme di quoziente familiare nella fiscalità regionale.

-Istituzione dell’Assessorato alla famiglia.

-Rilancio della funzioni della Consulta per la famiglie.

-Nel rispetto delle competenze delle autonomi locali impegno per il finanziamento degli oratori parrocchiali e di altri i centri di aggregazione giovanile.

-Sostegno alle attività sportive e potenziamento delle strutture relative, soprattutto a vantaggio dei giovani.





DAL FARE AL SAPERE CON CULTURA E CONOSCENZA

-E’ necessario un grande progetto culturale di diffusione delle “conoscenze”, mettendo in rete tutti i soggetti interessati, a partire dal sistema universitario regionale, per puntare sul merito, investire in formazione quale fattore chiave per un’occupazione di qualità e per offrire nuove opportunità ai nostri giovani, rafforzando le politiche per il diritto allo studio, potenziando il sistema scolastico ed educativo, elevando la capacità di produrre innovazione di sistema soprattutto a favore delle piccole imprese, con iniziative di diversificazione dell’economia.

-Compiere uno sforzo ulteriore per mettere in valore le risorse e le abilità umane della nostra regione: pubblico e privato per finanziare l’industrializzazione del sapere.

-Politiche premiali del merito e politiche d’inclusione sociale nei sistemi scolastici e universitari regionali.

-Rilancio e valorizzazione degli Istituti tecnici, ed attivazione di nuovi Istituti.

-Riaffermazione del ruolo insostituibile e prioritario della scuola pubblica, cui aggiungere un corretto e proficuo rapporto di collaborazione e sostegno con quella paritaria.





INFRASTRUTTURE A SOSTEGNO DELLA MOBILITA’ E DELLO SVILUPPO

-Impegno deciso al completamento del programma regionale delle infrastrutture strategiche, basato su sistemi viari Nord-Sud e di attraversamento degli Appennini (a partire dalla Fano-Grosseto).

-Potenziamento delle reti ferroviarie quali cardini del sistema logistico regionale (raddoppio Orte-Falconara, alta velocità sul tratto adriatico) e metropolitane di superficie.

-Potenziamento dei sistemi logistici integrati Porto-Aeroporto-Interporto.

-Valorizzazione del sistema della portualità per l’attrattività turistica e l’apertura a Est.

-Sviluppo di reti immateriali a banda larga.

-Sostegno agli investimenti infrastrutturali degli Enti locali secondo i principi della legge 46/92.

-Potenziamento del sistema del trasporto pubblico locale valorizzando l’imprenditorialità locale.

-Sostegno alla società Quadrilatero per la realizzazione di progetti infrastrutturali regionali.

-Ricerca di finanziamenti europei ed internazionali per potenziare anche in rapporto di joint-venture e project-financing il nostro sistema infrastrutturale.





SICUREZZA PERSONALE E DI SISTEMA

-Tutela integrata dei cittadini rispetto sia a ogni fenomeno criminale, sia a ogni evento calamitoso che possa incidere sulla incolumità della popolazione.

-Potenziamento del sistema di protezione civile e valorizzazione del ruolo dei soggetti sociali e istituzionali che lo compongono.



SEMPLIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONE E MENO BUROCRAZIA

-Un Ente più snello ed efficace che recupera appieno le proprie funzioni di programmatorie-legislative.

-Riduzione dei costi della burocrazia, con lotta agli sprechi, taglio di enti inutili, semplificazione legislativa, ulteriore riduzione di consulenze, spese amministrative e dei “costi della politica”, per liberare risorse aggiuntive per gli impieghi a favore di cittadini, famiglie e imprese.

-Integrazione di principi di sussidiarietà nelle politiche regionali, valorizzando i corpi intermedi e la collaborazione tra Enti locali.

-Prosecuzione e potenziamento degli strumenti di programmazione in specie sociale ed economica, incluso eventualmente un nuovo Programma di sviluppo regionale, per il quale i parametri debbono essere diversi da quelli del PIL tradizionalmente intesi, cioè anche di natura qualitativa come il BIL. Definizione di un nuovo Piano Paesaggistico Regionale, recependo anche i c.d. codici Urbani e Rutelli e nuova legge urbanistica, come strumento attuativo, che innanzitutto impedisca ulteriore consumo del suolo.





FINANZA PUBBLICA EQUA NEL FEDERALISMO SOSTENIBILE

-Consolidamento del trend di riduzione della pressione fiscale e dell’indebitamento regionale, in un quadro di sostenibilità legato all’evoluzione dei meccanismi applicativi del federalismo fiscale.

-Salvaguardia dei servizi ai cittadini e contrasto ai tagli dei trasferimenti statali.

-Prosecuzione del contrasto dell’evasione e dell’azione di qualificazione della struttura e della spesa del bilancio regionale.

-Garanzia dello stesso livello di impegno della Regione, in termini di spesa e servizi, in ogni territorio delle Marche, dal Sud al Nord: tutti debbono avere uguali diritti e le stesse opportunità di crescita.

-Promozione e salvaguardia di criteri di efficienza, appropriatezza ed economicità nell’erogazione dei servizi a cittadini, famiglie e imprese, anche con la collaborazione tra soggetti pubblici e privati nei servizi di pubblica utilità.





FILIERA SOCIALE E ISTITUZIONALE, NAZIONALE E INTERNAZIONALE

-Potenziamento della filiera sociale e istituzionale, perché è attraverso la partecipazione, l’ascolto e la condivisione progettuale che parte dal basso che si rende possibile realizzare un’azione di governo incisiva attraverso nuove forme di governance con le comunità e le istituzioni locali (concertazione e coesione).

-Progettualità strategica unitaria tra le Regioni del Centro Italia, per un modello “terzo” basato su coesione, qualità sociale, sviluppo e responsabilità, alternativo al dualismo rancoroso oggi prevalente nel Paese, che ha natura rivendicativa e che mina l’unità del Paese.

-Ulteriore potenziamento del ruolo delle Marche nelle sedi di rappresentanza nazionali, europee ed internazionali, a partire dall’Adriatico e dal Mediterraneo, per rafforzare l’immagine della Regione e la sua capacità di attrazione di nuovi investimenti e risorse finanziarie, per sviluppare politiche di pace, cooperazione e integrazione tra i popoli.



Questo è il nostro Progetto di Governo per questa legislatura.



Ad esso dedicheremo tutte le nostre energie .



Per noi non esisteranno altri obiettivi di parte, di categoria, o di interesse territoriale o settoriale.



A questa finalità, rispettosa dei principi di dialogo e tolleranza, chiediamo che siano indirizzate le ambizioni di tutti, sia qui dentro che nella comunità regionale.



Questo mi chiedo e chiedo a voi tutti.



Lo chiedo ai gruppi politici, alle categorie economiche, alle forze sociali, alle organizzazioni dei cittadini e del volontariato, e a tutti i soggetti istituzionali.



Ricerchiamo la realizzazione degli interessi legittimi di ciascuno, mettendo in gioco le nostre migliori energie, sfidandoci reciprocamente nell’impegno alla crescita generale e al benessere di tutta la comunità marchigiana, cercando sempre di comprendere, e facendosi carico - quando è possibile - delle ragioni altrui.



E’ il nostro Progetto di Governo per questa legislatura. Lo porremo - come sempre è avvenuto - a confronto con i cittadini, e ad essi chiederemo costantemente un giudizio, per approfondire o correggere la nostra rotta.



Infatti, non abbiamo altra finalità che il benessere della nostra comunità. Fare le Marche, più forti, più sicure, più belle.



Grazie a tutti quelli che si uniranno a noi per realizzare concretamente questo progetto.

venerdì 2 aprile 2010

Bersani abbiamo perso

Caro Bersani,
per quel poco che ho imparato, affacciandomi appena, sul baratro della politica-politica, dovrei dire che è andata bene. Scusa ma non ci riesco. Sono, nonostante l’età, una principiante. Quindi mi applico una grande «P» sulla schiena e provo a dire la verità: abbiamo perso. Abbiamo perso perché non abbiamo vinto. E di questo avevano bisogno gli italiani: che vincesse il centrosinistra. Non era difficile: il Pdl marciava scomposto, eroso dai conflitti interni, a credibilità ridotta per i pasticci e gli scandali (ci sarà pure un tot di gente onesta che si scandalizza e si disamora dei ladri e dei puttanieri!). Il Lazio aveva una candidata forte, una che, nonostante 40 anni di politica-politica, non era né sputtanata né inerte. La Puglia pure aveva un candidato forte. Nicky e Emma: due forze della natura e della cultura. Una autocandidata e poi accettata. L’altro imposto. Era un buon cavallo anche la Bresso: l’atteggiamento sprezzante verso Beppe Grillo, l’ha pagato lei. Povera Mercedes. Dove Grillo è stato considerato un alleato e non un rompicoglioni folcloristico si è vinto. Dove Grillo è stato escluso si è perso. Perché, caro Bersani, la presunzione rende stupidi. Grillo è il punto di riferimento di un’ ampia area di dissenso verso il Governo e sfiducia verso la partitocrazia (tutta, pd incluso). Non sono degli idioti qualunquisti. Hanno delle ottime condivisibli ragioni per prendere la via del «vaffa’...». Occorre ascoltarli. Come occorre ascoltare tutti quegli operai del nord che hanno votato Lega. Lo dico a te, Bersani, perché sei cresciuto in un partito che sapeva bene chi rappresentava e perché. Piantatela di corteggiare il centro. Non è lì la maggioranza degli italiani. La maggioranza degli italiani è sull’orlo di una crisi di nervi. Di identità. Di appartenenza. Dovete andare a prenderli uno per uno. Prima che sia troppo tardi.
Lidia Ravera

mercoledì 31 marzo 2010

LA FINE DEL GIOCO di LIdia Ravera


Troppo tardi. E’ questa la sensazione che mi ha tenuta sveglia, questa notte. Ho deciso di accettare un giro di danza sulla pista della politica istituzionale troppo tardi. Mi sono ritirata, come una ragazza schizzinosa davanti alle proposte di un Principe Rospo, per una ventina d’anni e poi ho detto sì, in preda al panico e alla ripetizione, quando era troppo tardi. La sala sta chiudendo. Le luci si spengono. L’Italia che centocinquant’anni fa “s’è desta”, giace oggi in un sopore malato. La maggioranza degli italiani non ragiona, non giudica, non si informa. Il partito degli abulici cresce su sé stesso, nutrito dal malgoverno di centro destra (scandali, ruberie, volgarità, inefficienze, menzogne, furbizie, appalti truccati, nepotismi, alleanze ambigue con la malavita organizzata), nutrito dall’inerzia, dalla lentezza, dal conformismo, dalla pesantezza, dall’assenza di coraggio creatività e passione del centrosinistra.

Io stessa, siamo onesti... mi sono “lasciata candidare”. Non ho scelto, non ho deciso. E’ venuto da me un ex bancario, ex consigliere regionale e mi ha proposto di essere capolista della “Lista civica cittadini/e per Emma Bonino”. Io per Emma Bonino volevo fare qualcosa, così ho detto di sì. Ho lavorato per lei. Non per me stessa. Ho organizzato quattro incontri: da Bibli con Giovanni Bachelet. Alla Galleria “La nuova Pesa” con Concita De Gregorio e Serena Dandini. Al cinema Alcazar con Georgette Ranucci e Wim Wenders (ho mostrato in anteprima nazionale grazie a Georgette un documentario politico sull’immigrazione girato da Wenders in Calabria, bellissimo). Al teatro Sala Umberto con Simona Marchini, Daniela Poggi e Valentina Carnelutti (attrici, che hanno recitato un mio testo “La donna gigante”)... Sono andata a parlare negli incontri organizzati spontaneamente dai cittadini, per ascoltarmi...

E’ stato bello. Non posso negarlo. Ho sentito un calore che non conoscevo. Ho studiato il programma di Emma. Ho cercato di trasformare in proposte politiche i bisogni e i desideri che ho immaginato. Come per scrivere un romanzo, ho cercato di partire dal dolore. Quattro grandi capitoli: donne, giovani, vecchi, cultura. Come per scrivere un romanzo ho cercato di attingere al sentimento dell’empatia. Ho scritto e pensato e ascoltato... Potrebbe essere nobile e alta l’arte del fare politica, se la si prendesse come un incarico celeste. Invece... niente. Ha vinto Renata Polverini. Pompata dai soldi del grande piazzista che governa questo Paese. Ho portato un bel cestino di voti a Emma Bonino. Tanti per me, che non avevo un euro né un comitato né una segreteria ma soltanto una rete di donne (magnifiche: un aiuto spontaneo, un sollievo psicologico). Non abbastanza per lei. E’ troppo tardi. La situazione richiederebbe ben altre forze, ben altri sforzi...
No, non sono pentita. Sono soltanto triste.

Se un responsabile politico va trovato, a questo scacco matto in tre mosse, temo di dover pronunciare le due consonanti residuali di quello che fu un grande partito i massa (anzi due, fusionati): Pd.

Il Pd che cerca il centro. Il Pd vile. Il Pd che non rimuove i dirigenti che hanno sbagliato (quousque tandem, D’Alema, abutere patientia nostra?). Il Pd che non sente le grida degli operai cassintegrati ammazzati licenziati disoccupati e si barcamena con l’impresa, giocando al “piccolo governante” invece di farsi carico di una alternativa SOCIALE che non lasci col culo in terra i più deboli. Il Pd che non si apre, non si rinnova, non si autocritica. Il Pd che si difende, che tira a campare, che scontenta la base e tiene insieme una dirigenza fottuta, autoreferenziale, tonta. Il Pd che non sa opporre una visione del mondo, una strategia, un’analisi della realtà alla tattica, pur necessaria, della quotidianità politica.

Dopo la botta della lunga notte del lunedì, e ancora ieri e oggi, oscillo come un pendolo fra due propositi opposti: partire per “fuori di qui”. Oppure: iscrivermi al Pd, e cercare di scardinarlo dall’interno, trovare i bravi compagni sepolti, fare rete, buttar fuori quelli che devono essere buttati fuori. Si chiamava entrismo? Meglio che parta, vero?

Nelle more della ciclotimia una supplica: perché non ci mettiamo attorno a un tavolo, noi, e proviamo ad armare i nostri eserciti?
Noi chi: il popolo della primarie, il popolo di MicroMega, il popolo viola, il popolo della carriole de L’Aquila…noi. Diamoci un un nome.

martedì 23 marzo 2010

RAI PER UNA NOTTE


Sarà un vero e proprio evento mediatico Rai per una notte, la puntata specialissima di Annozero, che andrà in onda su una vera e propria piattaforma multimediale.
"Non sarà un Santoro day, ma una risposta collettiva": che anche grazie ad Al Gore e Corradino Mineo, il direttore di RaiNews 24, sarà messa in onda in tutta Italia.

Rai per una notte, giovedi da Bologna
Santoro presenta lo speciale Annozero - intitolato Rai per una notte - che giovedì prossimo andrà in onda dal PalaDozza di Bologna.
"Noi andremo in onda per riaccendere l'informazione che è stata spenta.
Questo - ha detto Santoro - è il primo sciopero bianco degli abbonati Rai, che non potendo seguire i loro programmi, ci riusciranno in mille modi. Bucheremo il filo spinato - di cui ha parlato Zavoli - che ci è stato messo intorno".
Gli abbonati Rai rompono un tabù, "per la prima volta - ha detto il conduttore - anzicché minacciare di non pagare il canone, si vanno a vadere altrove la loro trasmissione".
La Fnsi specifica anche che quella di giovedì è una manifestazione sindacale e che chiunque dovesse toccare Santoro, Ruotolo o gli altri protagonisti di Rai per una notte, si troverebbe di fronte l'intero sindacato dei giornalisti.

Tutti quelli che trasmettono la diretta: le tv

Dove seguire Rai per una Notte? Le possibilità sono diverse: tv, radio, internet, e in piazza. Vediamole una per una.
Sulla tv via satellite la diretta di Santoro è accessibile su Sky Tg 24, Youdem (canale 813 di Sky) e Current TV (canale 130 di Sky); mentre sul digitale terrestre va in onda su Rai News 24 e Repubblica TV.La diretta è trasmessa poi da una fitta serie di tv locali. Nel Lazio da Tvr Voxson; in Lombardia da TeleLombardia, Canale 6 e Antenna 3; in Emilia Romagna da E' TV - Rete 7; e in Campania da Napoli Tivù.
Sul sito di Rai per una Notte è possibile cliccare sulla cartina dell'Italia e verificare, Regione per Regione, tutte le emittenti locali disponibili.

Sul web

La diretta sul web è poi disponibile, oltre che sul sito Rai per una Notte, su antefatto.ilcannocchiale.it; repubblica.it; corriere.it; unita.it; sky.it; articolo21.info; youreporter.it; altratv.tv; macchianera.net; e tanti altri.

In radio

Ma trasmetteranno in diretta anche diverse radio: da Radio Popolare a Radio Città Futura, passando per Radio Nostalgia e Radio Città Aperta.


I partecipanti alla trasmissione dal PalaDozza

Poi Santoro ha letto l'elenco delle persone che parteciperanno: Gad Lerner, Giovanni Floris, Norma Rangeri, Marco Travaglio, Morgan, Riccardo Iacona, Milena Gabanelli.
L'evento centrale sarà il ritorno in tv di Daniele Luttazzi e poi Antonello Venditti, Antonio Cornacchione, Nicola Piovani, Roberto Benigni, il Trio Medusa e Sabina Guzzanti.
"Non ci saranno politici, anzi mi auguro che non ci siano", risponderà Santoro alla fine, alla domanda esplicita sull'argomento.

Un'intervista di Benigni sulla libertà
Benigni è stato intervistato da Sandro Ruotolo e sarà questo il suo modo per essere presente al PalaDozza.
"Ha anche sottoscritto per la manifestazione": ha chiosato Ruotolo, ma non ha voluto dire quanto: "Si vedrà dal video".

Santoro: noi ci battiamo anche per Berlusconi
"Pensiamo di fare qualcosa - ha concluso Santoro - che non è contro nessuno e perfino a favore del Partito della libertà.
Noi ci battiamo anche per loro e soprattutto ci battiamo per essere quello che noi siamo.
La libertà, infatti, è soprattutto questa: poter essere quel che si è". "Noi ci battiamo anche per Berlusconi, è una scelta sua, non nostra quella di essersi messo fuori da questa serata.
Abbiamo trovato 50.000 persone che hanno versato 2 o 3 euro per renderla possibile e ne avremmo potuto trovare anche altre.
Qualunque scelta facciano in futuro non ci costringeranno al silenzio, né giovedì né in futuro.
Giovedi prossimo saremo nelle case di tutti gli italiani che vorranno cercarci come ogni giovedì".
Il costo complessivo della serata (che si gioova anche del lavoro gratuito di un centinaio di persone) è di 130.000 euro, al momento già coperti all'80% dal contributo volontario della sottoscrizione.


Travaglio: mi ricorda l'avventura de Il Fatto

Ha preso poi la parola Marco Travaglio. "Questa serata televisiva - ha detto - mi ricorda l'esperienza del quotidiano Il Fatto. Abbiamo dimostrato che ci si può far sentire usando nuovi mezzi.
Otto anni fa, con l'editto bulgaro non fu possibile una replica, perché non esistevano le tecnologie di oggi.
Quando il re della televisione ha paura delle telecamere (delle poche telecamere che non controlla) questo mi dà una ragione di ottimismo. Come ha detto Paolo Mieli questo vuol dire che - come nel 1992 - 'sta saltando il tappo'.

Non è vero che la tv non sposta voti, chiedetelo a Berlusconi
"Stamattina proprio sul Corriere della Sera - ha continuato Travaglio - abbiamo dovuto leggerci la lezioncina che la televisione non sposta voti.
Bisognerebbe avvertire Berlusconi che la tv non sposta niente.
Personalmente mi fiderei di Berlusconi, che vuol chiudere quelle due o tre trasmissioni che non controlla, come dimostra l'inchiesta in corso a Trani".
Proprio il black out imposto ai talk show - ha sottolineato poi Travaglio - conferma che la tv conta.
"La serata di giovedì - ha aggiunto poi Travaglio - sarà una giornata festosa per chi crede nel giornalismo.
Del resto se questa black out è una prova generale, si accorgeranno che le prove generali per chiudere le trasmissioni, saranno rese vane da chi fa le prove per trovare un'alternativa.
Se il mese di black out diventasse permanente, dovremmo attrezzarci a continuare con altre forme".

Vauro: la carica dei 101? No di un milione

Poi è stata la volta di Vauro, che si è spiegato a modo suo. "Quando al posto di Annozero è andata in onda la Carica dei 101, è arrivata subito una precisazione di palazzo Chigi. Ma quali 101? Sono un milione...".
"Il diritto all'informazione - ha continuato senza più scherzare Vauro - deve esercitarsi in primo luogo nella tv pubblica e noi per questo diritto ci battiamo.


Carlo Verna (Usigrai): "Un fatto storico"
"Sono le tecnologie di oggi - ha poi detto Carlo Verna, segretario generale dell'Usigrai - che ci consentono di sfidare il silenzio. Fra qualche anno ce lo ricorderemo che questa iniziativa è stata uno spartiacque".

Roberto Natale ringrazia Padellaro

Il segretario della Fnsi, Roberto Natale, richiama l'attenzione prima di tutto su Antonio Padellaro, il direttore de Il Fatto, presente nel salone della Fnsi e gli chiede scusa per il vergognoso trattamento della tv nei confronti del quotidiano che ha fatto lo scoop sull'inchiesta di Trani.
Poi torna sul "bavaglio" alla stampa e spiega che il governo, subito dopo le elezioni, cercherà di far passare in tutta fretta il decreto intercettazioni per chiudere meglio occhi e orecchie a chi vuole informare.
Si passa, quindi, alle domande dei giornalisti prersenti.

La presentazione nella sede della Fnsi
La presentazione avviene a Roma, dove Santoro è ospite della Federazione nazionale della stampa e sarà trasmessa in diretta sul sito del corriere.it alle 15,30, così come l'evento, in programma il 25 marzo a Bologna.
E in televisione su Currenti tv, la televisione di Al Gore. "Current racconta le storie che altri non raccontano. Ecco perché siamo orgogliosi di diffondere un importante programma d'informazione come Annozero, specie nel momento in cui altri canali non lo fanno": con queste parole Al Gore, ex vicepresidente Usa, ufficializza la messa in onda di "Rai perunanotte" su Current (Sky canale 130), il canale italiano del network globale di scambio d'informazioni e attualita' che lui stesso ha fondato nel 2005, insieme all'avvocato Joel Hyatt.
Giovedì 25 marzo alle 21, il canale 130 di Sky trasmetterà in diretta l'evento dal PalaDozza di Bologna dalla redazione di Annozero.

Da domani gli spot di Santoro
Invece da domani sarà Michele Santoro a lanciare su Current, e sugli altri canali Sky della piattaforma, l'appello in difesa della libertà d'informazione e contro la censura della par condicio, rimandando all'atteso appuntamento bolognese di 'Raiperunanotte'. .

martedì 9 marzo 2010

ATTACCO ALL'ART.18, ATTACCO AI DIRITTI DEI LAVORATORI

Il disegno di legge 1167/B, approvato in modo definitivo oggi dal Senato, contiene una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro.
Si prevede un meccanismo di certificazione che potrà riguardare singoli aspetti del rapporto di lavoro, anche in deroga alle norme dei CCNL. Una specie di contratto individuale, tramite cui poter demandare ad un arbitrato le eventuali controversie togliendo così la tutela dei lavoratori alla giustizia ordinaria.Quando si attiva questo meccanismo? Nel momento dell’offerta di un posto di lavoro, cioè quando è più evidente la debolezza del lavoratore che rischia la mancata assunzione.
Si vuole inoltre depotenziare il ruolo del giudice del lavoro tentando di relegarlo al puro accertamento del presupposto di legittimità dei provvedimenti datoriali.Capovolgendo i fondamenti del diritto del lavoro nato per tutelare il più debole, tentando di aggirare norme di tutela, come quelle dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e consumando così una sproporzione evidente fra i diritti del lavoratore e quelli del datore di lavoro, con una concezione in cui il lavoro diviene sempre più un puro fattore della produzione.
L’effetto deregolatorio e di pressione di queste nuove norme risulterà enorme.Ma non basta, il testo approvato contiene anche l’inaccettabile norma sull’apprendistato a 15 anni, derogando contemporaneamente all’obbligo scolastico e all’età minima per il lavoro minorile fissata a 16 anni.
E ancora, si riattivano le deleghe conseguenti all’accordo del 23 luglio 2007, fatte prima volutamente scadere, per utilizzarle come scorciatoia. Così il Parlamento sarà chiamato ad esprimere solo un parere per la riforma degli ammortizzatori sociali, quando è lampante la diversità delle proposte del Governo annunciate nel Libro Bianco con il merito delle deleghe riesumate.
Inoltre si prevede facendo riferimento ad accordi non firmati dalla nostra organizzazione il solo indennizzo, anziché la conversione, per i collaboratori che avessero rifiutato le proposte (qualsiasi proposta addirittura quella del lavoro a chiamata) e avviato una vertenza legale.Sono scelte inaccettabili denunciate da tante iniziative e prese di posizione di giuristi, costituzionalisti, avvocati e magistrati.
Scelte ideologiche a cui reagiremo con le forme di iniziativa possibile: dall’informazione alle persone, alle tutele legali, dal ruolo della contrattazione alla mobilitazione, al ricorso alla Corte Costituzionale.
Questo governo, invece di pensare a tutele nella crisi per i lavoratori, usa la crisi per programmare un ulteriore aumento della precarietà e della instabilità del lavoro

mercoledì 3 marzo 2010

FASSINO DI NUOVO NELLA NOSTRA PROVINCIA.


Sabato 6 marzo, alle ore 11 e 30, presso l’Auditorium del Comune di San Benedetto del Tronto, nell’ambito delle iniziative per il rinnovo del Consiglio Regionale delle Marche, a sostegno della candidatura di Pietro Colonnella al ruolo di consigliere regionale e del Presidente Gian Mario Spacca, sarà presente, ad un incontro con i cittadini del territorio piceno, l’onorevole Piero Fassino.

Piero Fassino, in diverse occasioni, è stato presente nella riviera delle Palme in iniziative legate al suo ruolo di segretario dei DS prima e, come principale sostenitore della candidatura di Dario Franceschini a segretario nazionale, nel corso delle ultime primarie.

Personaggio dotato di grande acume e passione politica, dopo l’esperienza come amministratore a Torino, Fassino viene chiamato a Roma nell’87, da Achille Occhetto allora segretario nazionale, a guidare l’organizzazione del Pci nel cruciale passaggio al Partito Democratico della Sinistra (PDS).Conosce in questa veste, da vicino, e in tutta Italia, la vita del partito, la formazione delle sue classi dirigenti, il suo rapporto quotidiano con la società.: esperienza questa che risulterà preziosa quando, anni dopo, sarà eletto Segretario nazionale dei DS all’indomani della vittoria elettorale di Berlusconi.

Ha ricoperto diversi incarichi di Governo: nel ’96 entra nel Governo Prodi come Sottosegretario agli Esteri e nel ’98 nel Governo D’Alema come Ministro del Commercio estero. Nel 2001 con Giuliano Amato assume l’incarico di Ministro della Giustizia.Eletto segretario dei DS nel 2001, qui nelle Marche, nel Congresso tenutosi a Pesaro, si dedica a ricostruire l’Ulivo e a creare le condizioni perché il centrosinistra torni a governare l’Italia con Romano Prodi.

Obiettivo ottenuto, prima con le vittorie elettorali nelle elezioni regionali, amministrative ed europee del 2002-2005, e poi con il successo alle elezioni politiche del 2006.

Proprio in occasione di quest’ultima tornata elettorale partecipò ad una grande manifestazione tenutasi al Palacongressi di San Benedetto del Tronto assumendo l’impegno a far in modo che il territorio piceno sarebbe stato rappresentato, in caso di Vittoria del Presidente Prodi, a livello di governo.

Così effettivamente fu e Fassino dimostrò, anche in quell’occasione, oltre al notevole acume, una straordinaria coerenza ed attenzione alle istanze del territorio.

Negli ultimi anni, infine, ha concentrato il suo impegno sull’affascinante progetto di unire le diverse forze politiche riformiste in un unico grande Partito Democratico, che vide la luce il 14 ottobre 2007 con le elezioni primarie a cui parteciparono oltre tre milioni e mezzo di cittadini.

Il ritorno di Fassino a San Benedetto è decisamente di buon auspicio per l’ex sottosegretario Colonnella e segno, oltre che dell’attaccamento alla città, della condivisione del progetto politico del Presidente Spacca.

giovedì 11 febbraio 2010

Milleproroghe

Un altro taglio al personale dal “milleproroghe”:
non risparmi ma meno entrate


La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato il cosiddetto decreto “Milleproroghe” che opera un ennesimo taglio “non inferiore al 10 per cento” al personale delle pubbliche amministrazioni, ad esclusione di alcuni comparti come la pubblica sicurezza, Vigili del Fuoco, Forze armate, Presidenza del Consiglio e Protezione Civile. Un taglio drastico che si aggiunge a quelli già effettuati con la legge 133 del 2008.

Una mannaia per i servizi pubblici che mette a rischio la loro tenuta e la loro qualità. Una mannaia che si abbatterà indiscriminatamente su un settore che, dopo essere stato umiliato dalla propaganda del Ministro Brunetta, adesso viene ulteriormente ridimensionato nell'organico. Tutto ciò mentre il Governo procede indisturbato nell'opera di privatizzazione dello Stato, dall'acqua al ciclo dei rifiuti passando per la Difesa e la Protezione Civile.

Si riduce arbitrariamente la capacità del pubblico di fornire servizi efficienti, mentre parallelamente la politica ed i privati si appropriano degli apparati dello Stato e del loro controllo.

Recentemente un'inchiesta giornalistica ha evidenziato come il blocco del turn-over, nella sola Inps, abbia causato una drastica diminuzione degli ispettori in organico, scesi da 1.588 a 1380 in soli 3 anni, con danni erariali evidenti. Parliamo infatti di lavoratori che in media producono entrate (recupero di mancate entrate) per 1 milione e 88 mila euro a testa. La medesima valutazione potrebbe essere fatta per il personale dell'Agenzia delle Entrate.

Un aiuto agli evasori, insomma, mentre li si premia ulteriormente con il prolungamento dello “scudo”, sempre contenuto nel “Milleproroghe”, e soprattutto un danno irreparabile per il bilancio pubblico.

Qualcuno ha calcolato i costi per la collettività di una tale riduzione? Quali saranno i servizi colpiti, quante le mancate entrate? Ma non era stato lo stesso Ministro Brunetta a sostenere che bisognava operare scelte selettive all'interno di un vero e proprio “piano industriale”?


Roma, 9 Febbraio 2010

Contibuti per universitari figli di disoccupati


Nella Regione Marche, a favore degli studenti universitari, l’Amministrazione ha provveduto a mettere a punto una misura anticrisi finalizzata, tra l’altro, a garantire sul territorio la coesione sociale, la difesa dell’occupazione, ed il sostegno allo sviluppo sul territorio .
A seguito di una proposta formulata dall’assessorato all’Istruzione e al diritto allo studio, la Giunta della Regione Marche ha così istituito un contributo una tantum per gli studenti iscritti all’università a patto che in famiglia ci siano genitori che, residenti sul territorio regionale, a causa della crisi sono in cassa integrazione straordinaria, in mobilità o sono disoccupati da almeno tre mesi. Per la misura la Regione ha stanziato un milione di euro che permetterà ad ogni figlio universitario di ricevere un contributo una tantum pari a 400 euro; quello che può essere definito in tutto e per tutto come un “bonus università“, è frutto tra l’altro di un protocollo d’intesa che la Regione Marche ha siglato con i Sindacati.
Oltre alla condizione che nella famiglia dello studente siano presenti genitori in difficoltà a livello occupazionale, occorre anche rispettare dei limiti di reddito: nello specifico, il nucleo familiare, con riferimento alla dichiarazione dei redditi presentata nell’anno 2009, a valere quindi sul 2008, deve rispettare, relativamente all’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, un limite di reddito che non può superare i 30 mila euro.DGR 16/11/2009, N. 1867 - Criteri e modalità per l’attribuzione del contributo “una tantum” a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria.



LA GIUNTA REGIONALE


VISTO il documento istruttorio riportato in calce alla presente deliberazione predisposto dalla P.F. Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni dal quale si rileva la necessità di adottare il presente atto;

RITENUTO, per i motivi riportati nel predetto documento istruttorio e che vengono condivisi, di deliberare in merito;

VISTA l’attestazione della copertura finanziaria di cui all’articolo 48 della legge regionale 11 dicembre 2001, n. 31;

VISTA la Legge regionale di approvazione del bilancio regionale 22/12/2009, n. 32;

VISTA la DGR n. 2.191 del 21/12/2009 di approvazione del POA;

VISTA la proposta del dirigente del servizio Istruzione, Formazione e Lavoro che contiene il parere favorevole di cui all’articolo 16, comma 1, lettera d) della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 sotto il profilo della legittimità e della regolarità tecnica;

VISTO l’articolo 28 dello Statuto della Regione;

Con la votazione, resa in forma palese, riportata a pagina 1


D E L I B E R A

1. di approvare i criteri e le modalità per l’attribuzione di un contributo “una tantum” a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori, residenti nelle Marche, che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria, così come descritto nell’allegato A) parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione, per la somma complessiva di € 1.000.000,00;
2. di stabilire che il Dirigente della PF. Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni provvederà con propri atti ad emanare l’avviso pubblico, all’esclusione delle domande pervenute non ammissibili ai sensi del relativo avviso pubblico, all’approvazione della graduatoria, all’impegno di spesa delle risorse e all’erogazione del finanziamento a favore dei soggetti beneficiari, e agli atti conseguenti all’attuazione dell’intervento;
Di incaricare il dirigente della PF Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni ad emanare un successivo bando nel caso in cui vengano registrate economie o nel caso in cui venga incrementato lo stanziamento della misura di che trattasi con innalzamento del tetto ISEE a 36.000,00€.
La Regione Marche si riserva di effettuare i controlli su almeno il 5% del numero dei contributi erogati. La Regione si avvarrà degli ERSU delle Marche per effettuare tali controlli;
5. La copertura finanziaria del presente provvedimento è assicurata dallo stanziamento di € 1.000.000,00 sul capitolo 20818103 UPB 2.08.18 del bilancio di previsione 2010.


LA SEGRETARIA DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA
(D.ssa. Elisa Moroni) (Dr. Gian Mario Spacca)









DOCUMENTO ISTRUTTORIO

Normativa di riferimento

DGR 16/11/2009, n. 1.867: Protocollo d’intesa tra la Regione Marche la CGIL Marche, la CISL Marche e la UIL Marche per la difesa del lavoro la coesione sociale e il sostegno allo sviluppo del 12 novembre 2009.

Motivazione

La Regione Marche ha firmato il 12 novembre 2009 un protocollo di Intesa con i sindacati CGIL, CISL UIL Marche in cui ritiene indispensabile attuare misure che abbiano l’obiettivo di difendere l’occupazione e la coesione sociale. Tra le misure elencate è prevista la misura “CONTRIBUTO “UNA TANTUM” PER SOSTENERE GLI STUDI a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria.


Nei diversi incontri con le organizzazioni sindacali sono stati declinati e messi a punto i criteri e le modalità per l’attivazione della misura sopra richiamata. La proposta è stata esaminata anche in sede di Commissione Regionale Lavoro nella seduta del 25/1/2010.

Si propone l’adozione di criteri e modalità secondo l’allegato A) parte integrante del presente atto.
Ai sensi dell’art.13 del Decreto Legislativo 196/2003 si informa che il trattamento dei dati personali che verranno comunicati alla Regione Marche – P.F. Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni, sarà unicamente finalizzato all’espletamento delle proprie funzioni istituzionali di informazione, documentazione e promozione delle politiche ed attività realizzate.
La domanda di contributo equivale a consenso al trattamento dei dati da parte del responsabile del procedimento.
Con nota ID 3119060 del 03/02/2010 del dirigente del Servizio Istruzione, Formazione Lavoro è stata richiesta la variazione compensativa del capitolo 20818103 UPB 2.08.18 del bilancio di previsione 2010 ad un nuovo capitolo della stessa UPB per l’importo di 1.000.000,00 di euro in quanto il codice SIOPE del capitolo non corrisponde al tipo di intervento da fare.
Esito dell’istruttoria
Sulla scorta delle motivazioni sopra esposte si propone all’approvazione della Giunta regionale la presente deliberazione ad oggetto: DGR 16/11/2009, N. 1867 - Criteri e modalità per l’attribuzione del contributo “una tantum” a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria.

Il responsabile del procedimento
Dott.ssa Gilda Stacchiotti




Posizione di Funzione Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni

VISTO
Il dirigente responsabile
(D.ssa Graziella Cirilli)






ATTESTAZIONE DELLA COPERTURA FINANZIARIA
Si attesta la disponibilità della somma di € 1.000.000,00 di cui al presente atto sulla dotazione del capitolo 20818103 bilancio 2010.

ASILI NIDO: PUBBLICO E' MEGLIO


Il TG1 delle ore 20,00 del 3 febbraio, con nostra sorpresa, ha mandato in onda un inchiesta effettuata sugli asilo nidi privati, un inchiesta interessante, nella quale si è delineato uno scenario inquietante: bambini parcheggiati in luoghi che non rispettano le garanzie minime di vivibilità e sicurezza, lavoratori e lavoratrici insufficienti, cioè che non garantiscono il rapporto uno a sei, con tipologie contrattuali per lo più precarie o senza contratto.Questo è un esempio plastico di come si trasformano i servizi connessi al welfare (ma non solo quelli), quando sono gestiti da chi si propone come obiettivo principale il profitto, da chi pensa unicamente di trarre guadagno da modelli sociali che subordinano la qualità della vita al processo produttivo, per cui non si praticano politiche di inclusione sociale, ma si pretende sempre più repressione.Il servizio del TG 1 deve essere sfuggito dal controllo delle notizie secondo le quali il lavoro pubblico è sintomo di inefficienza e le lavoratrici ed i lavoratori pubblici sono il covo del fannullonismo; quando si esce dalla propaganda e si entra nel merito, la verità delle cose e le dinamiche reali diventano evidenti, anche per chi non vuol vedere.

Roma, 4 Febbraio 2010-- Ufficio StampaFederazione Lavoratori Funzione Pubblica CGIL NazionaleVia L.Serra, 3100153, Roma

domenica 7 febbraio 2010

da Europa

Nel Pd si apre la Terza Via

Ed eccola, è arrivata la Terza Via per il Pd. Anche se per la verità sarebbe la primissima, la via originaria, quella che coltivavano oltre dieci anni fa Prodi, Parisi, Veltroni. La fa intravedere (in maniera un po’ vaga in verità) Sergio Chiamparino. Ne scrivono in diversi su Europa, sul Foglio. Proverà a farne suo manifesto politico la mozione di Ignazio Marino, a convegno questo fine settimana. Ma la teoria più compiuta la propone Goffredo Bettini sul Riformista, e Bettini ha sicuramente moltissimi errori da farsi perdonare però rimane una delle teste migliori del centrosinistra.
Tutto si deve all’avventura parallela di Nichi Vendola e di Emma Bonino. Che sono accomunati non dalla prospettiva di una rinascita della sinistra radicale/antagonista (evento fantapolitico che nulla ha a che vedere con quanto accade in Puglia e nel Lazio), bensì dal dato mascroscopico evidenziato ieri su Europa da Elisabetta Ambrosi: entrambi sono diventati immediatamente catalizzatori delle speranze, delle passioni e del consenso della stragrande maggioranza di iscritti, militanti ed elettori del Pd. Pur senza essere, né Vendola né Bonino, non solo iscritti al Pd, ma neanche tanto amici visti numerosi precedenti a dir poco conflittuali.
La suggestione che il successo della coppia Vendola-Bonino fa venire in mente è quella di un maxi-Pd (Nuovo Ulivo, lo chiama Chiamparino, Grande Pd lo chiamò Giuliano Ferrara tempo fa) che abbatta gli steccati dei partiti fondatori del 2007 e si espanda a rappresentare l’intera area del centrosinistra, travolgendo naturalmente anche la cristalleria degli attuali rapporti di forza interni fra correnti e nomenklature: cocci peraltro già tutti in terra, dopo le fuoriuscite più o meno eccellenti, la frammentazione di Area democratica, il ruolo di battitrice libera di Rosy Bindi, la dimostrata impossibilità per Bersani di tenere le propaggini territoriali sotto controllo, la sua prevedibile autonomizzazione rispetto a D’Alema...
A sentire di molti, nel Pd di oggi non c’è molto da conservare dunque si può gettare nuovamente un cuore oltre l’ostacolo. Sarà.
A noi non pare tanto facile.
Il fatto è che la suggestione di Bettini, Chiamparino, Marino eccetera non travolge solo la chincaglieria: travolge la linea politica sulla quale Bersani ha stravinto primarie e congresso.
Noi chiamiamo quest’ultima ipotesi Terza Via – in sfregio alla scaramanzia – perché un Pd così allargato non era né il Pd di Veltroni (che forse avrebbe voluto farlo in questo modo, ma venne chiamato alla segreteria in un contesto molto diverso, rigido, post-fusione Ds-Margherita) né tanto meno il Pd di Bersani.
Che casomai è o vorrebbe essere l’esatto contrario: un partito più compatto nell’identità, di ambizioni proprie più ridotte, che lascia spazio a sinistra e al centro a forze autonome, diverse da sé e coalizionabili in un “nuovo centrosinistra”.
Se questa idea di sovvertire dopo appena quattro mesi l’esito politico del congresso può prendere piede, è perché – come ha scritto anche Europa due giorni fa – la logica coalizionale di Bersani e D’Alema ha mostrato gravi limiti al primo impatto con la realtà, in questa fase di preparazione alle Regionali. Mettere insieme sigle e siglette, non c’è niente da fare, non funziona.
Appena sulla scena si sono affacciati personaggi con una dote personale di credibilità e consenso (Vendola, Bonino, ma anche De Luca), il risiko delle geometrie variabili è saltato e tutti i partiti si sono dovuti regolare di conseguenza: non è ancora venuto il momento della loro ripristinata centralità, semmai verrà. D’Alema non ha smesso di dover soffrire per colpa di quelli che chiama cacicchi.
Dopo le Regionali si spalancano tre anni senza elezioni, destinati a un grande lavorìo di riassetto del sistema (come si capisce anche dall’impegnativo articolo di rancesco Rutelli che pubblichiamo oggi).
Riaprire il congresso del Pd su questi temi di fondo sarebbe molto diverso che consumarlo nella spirale di ritorsioni e vendette fra dalemiani, veltroniani, fassiniani, popolari di ogni rito, rutelliani orfani.
Per evitare che questo triste spettacolo si ripresenti, serve a poco la risposta un po’ burocratica e parecchio retorica data ieri a Bettini da Stefano Fassina (perché agli operai dell’Eutelia, chiamati inopinatamente in causa, non dovrebbe essere utile avere a difenderli un Pd più forte e rappresentativo dell’attuale?).
Casomai lo stesso Bersani – che è persona pragmatica e nient’affatto ideologica – potrebbe decidere che di Prodi valga la pena di mutuare non solo l’understatement comunicativo ma anche le ambizioni strategiche, soprattutto ora che personaggi importanti ma ingombranti sembrano (e sono) fuori gioco.
Scenario stimolante però, confessiamolo, difficile.
Anche perché non sarebbe solo il Pd a dover dimostrare una insospettabile verve rifondativa: radicali, vendoliani, verdi, tanti altri dovrebbero abbandonare le logiche ristrette nelle quali si sono sempre mossi. E anzi sarebbe per loro particolarmente difficile farlo se le avventure personali di Vendola e Bonino dovessero andar bene.
Vedremo. Quel che è certo, una volta di più, è che l’avvio della campagna elettorale regionale restituisce l’immagine arcinota di un popolo di centrosinistra con un fortissimo senso di appartenenza unitaria, del tutto indifferente alle tattiche di partito e pronto, appena gliene si dà l’occasione, a capovolgerle. C’è una saggezza di fondo, in questo imperturbabile ulivismo popolare (non sapremmo come altrimenti chiamarlo), con la quale prima o poi toccherà far pace.

Dal PD di Senigallia

Con il presente documento vorremmo ribadire un convincimento condiviso e diffuso non solo tra gli iscritti al Partito Democratico, ma anche tra i tanti simpatizzanti ed elettori con i quali in questi giorni ci siamo confrontati serratamente. Siamo infatti convinti che... sia necessario non perdere mai di vista le esigenze e i malesseri di tutti quei cittadini che ogni giorno ci impegniamo a rappresentare e ai quali in occasioni delle tornate elettorali ci rivolgiamo affinché continuino a sostenerci con il loro voto, e soprattutto con la loro stima. In questi giorni è emerso un disagio profondo, dovuto alla gestione delle trattative per allargare la coalizione di centrosinistra in virtù delle prossime Elezioni Regionali. Non ci sentiamo di condividere una coalizione che escluda partiti a cui da sempre, pur se con approcci diversi, ci uniscono sogni, speranze e idee e che condividono una visione su tematiche per noi fondamentali : una scuola pubblica, che deve essere sempre più difesa e valorizzata ; una sanità pubblica che possa garantire sempre livelli di eccellenza a tutti e indistintamente; la gestione dell’acqua che è un bene comune dell’umanità e non può e non deve essere privatizzata come una merce qualsiasi; un no deciso al nucleare al quale devono essere preferite le tante opportunità offerte dalle fonti di energia rinnovabili; e un’ attenzione prioritaria a chi sta subendo le tragiche conseguenze di una crisi che si è fatta sentire con gravità anche nella nostra Regione. Chiediamo che si dia ascolto non solo agli iscritti ma ai tanti cittadini che quando sono chiamati a pronunciarsi spesso ribaltano le previsioni dei sondaggi. Il caso delle recenti Primarie in Puglia e la crescente popolarità di Nichi Vendola, ci insegna che il popolo di centrosinistra è un popolo attento, critico e determinato a far sentire le proprie ragioni e non si piega agli accordi stipulati da pochi nel chiuso delle stanze del palazzo.Riteniamo utile e corretto un ampliamento della coalizione, perché può garantire una probabile vittoria sul centrodestra. Ma riteniamo altresì fondamentale e prioritario dare ascolto alle tante, troppe voci che in queste settimane si affollano per scongiurare che la maggioranza di centro sinistra ,che fino ad oggi ha governato bene, finisca qui la sua avventura.Per rispetto di noi stessi e degli elettori che hanno creduto nel progetto del Partito Democratico come un progetto politico riformatore e di centrosinistra, riteniamo quindi come atto di dissenso dover autosospendere la nostra iscrizione al Partito. Segreteria PD Senigallia http://www.pdsenigallia.it/single_news.php?tipo=1&id=12654182462679

giovedì 28 gennaio 2010

Due iniziative sul lavoro a Castel di Lama e Monteprandone


Si terranno Venerdì 5 Febbraio due iniziative pubbliche con la partecipazione dell'onorevole Cesare Damiano, già Ministro del Lavoro ed oggi Capogruppo PD nella Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

Il tema delle 2 iniziative è:

PICENO:il lavoro prima di tutto.


I principali temi individuati i seguenti:

• Patto piceno per il lavoro

• Vertenze aziendali aperte

• Ammortizzatori sociali

• Salario minimo garantito e nuovo welfare

• Protocollo d’intesa Valle del Tronto-Val Vibrata


Questo il programma delle due iniziative:

Venerdì 5 Febbraio

ore 18,00 Comune di Castel di Lama

Sala consiliare

Saluto

Patrizia ROSSINI

Sindaco del Comune di Castel di Lama


Intervento

Pietro COLONNELLA

Candidato PD Consiglio Regionale delle Marche


Conclusioni

On. Cesare DAMIANO

Capogruppo PD Commissione Lavoro della Camera dei Deputati


Venerdì 5 Febbraio

ore 21,00 Comune di Monteprandone

Sala consiliare


Saluto

Stefano STRACCI

Sindaco del Comune di Monteprandone


Intervento

Pietro COLONNELLA

Candidato PD Consiglio Regionale delle Marche


Conclusioni

On. Cesare DAMIANO

Capogruppo PD Commissione Lavoro della Camera dei Deputati

lunedì 25 gennaio 2010

Rigassificatori, la posizione della Regione Marche.

Tre condizioni per l’intesa: “Sicurezza delle comunità, salvaguardia ambientale, difesa del mare”

Sicurezza delle comunità, salvaguardia ambientale, difesa dell’ecosistema marino: sono i cardini della politica regionale in merito alla realizzazione di rigassificatori nelle Marche. Senza ’assoluta garanzia” del rispetto di queste condizioni, la Regione non darà l’intesa al Governo nazionale per la realizzazione degli impianti sul proprio territorio. La Giunta regionale ha riconfermato questa decisione, ribadendo gli impegni e gli orientamenti già espressi in altre occasione. Formalmente l’esecutivo ha acquisito, a verbale, la disposizione, recependo una comunicazione del presidente Gian Mario Spacca. Accettare la valutazione di due progetti presentati (Gaz de France, al largo di Porto Recanati, Api di Falconara), è stato ribadito, non significa anticipare le conclusione dell’iter istruttorio che porterà all’eventuale o meno autorizzazione. Insieme alla fattibilità tecnica e alla conoscenza degli investimenti necessari, la Regione richiede l’integrale rispetto dell’ambiente e la tutela dei cittadini. Su questo fronte, la Giunta regionale pretende chiarimenti, tecnici e scientifici, in merito all’enorme utilizzo dell’ipoclorito di sodio per assicurare la funzionalità degli impianti di rigassificazione. Il timore è che lo sversamento in mare di questo composto chimico possa alterare l’equilibrio biologico marino, con conseguenze per l’ambiente, la pesca, l’attrattività dei territori. Un rischio insostenibile, per una Regione che sta investendo risorse significative nella promozione delle Marche a livello internazionale. Il problema non va sottovalutato – evidenzia la Regione - in quanto l’Adriatico è un mare “chiuso” e le autorizzazioni ministeriali, relative ad altri impianti, previsti sempre nell’Adriatico, sono state concesse senza un Piano energetico nazionale. Il rischio da scongiurare è quello della sovrapposizione degli effetti dell’inquinamento derivanti dalla realizzazione di più impianti senza una valutazione complessiva. Pertanto la Regione Marche, prima di accedere a una eventuale intesa con il Governo centrale, richiede una valutazione dell’Impatto ambientale complessivo sul Mare Adriatico.

giovedì 21 gennaio 2010

Programma GIORNATA DELLA MEMORIA 2010