Tre condizioni per l’intesa: “Sicurezza delle comunità, salvaguardia ambientale, difesa del mare”
Sicurezza delle comunità, salvaguardia ambientale, difesa dell’ecosistema marino: sono i cardini della politica regionale in merito alla realizzazione di rigassificatori nelle Marche. Senza ’assoluta garanzia” del rispetto di queste condizioni, la Regione non darà l’intesa al Governo nazionale per la realizzazione degli impianti sul proprio territorio. La Giunta regionale ha riconfermato questa decisione, ribadendo gli impegni e gli orientamenti già espressi in altre occasione. Formalmente l’esecutivo ha acquisito, a verbale, la disposizione, recependo una comunicazione del presidente Gian Mario Spacca. Accettare la valutazione di due progetti presentati (Gaz de France, al largo di Porto Recanati, Api di Falconara), è stato ribadito, non significa anticipare le conclusione dell’iter istruttorio che porterà all’eventuale o meno autorizzazione. Insieme alla fattibilità tecnica e alla conoscenza degli investimenti necessari, la Regione richiede l’integrale rispetto dell’ambiente e la tutela dei cittadini. Su questo fronte, la Giunta regionale pretende chiarimenti, tecnici e scientifici, in merito all’enorme utilizzo dell’ipoclorito di sodio per assicurare la funzionalità degli impianti di rigassificazione. Il timore è che lo sversamento in mare di questo composto chimico possa alterare l’equilibrio biologico marino, con conseguenze per l’ambiente, la pesca, l’attrattività dei territori. Un rischio insostenibile, per una Regione che sta investendo risorse significative nella promozione delle Marche a livello internazionale. Il problema non va sottovalutato – evidenzia la Regione - in quanto l’Adriatico è un mare “chiuso” e le autorizzazioni ministeriali, relative ad altri impianti, previsti sempre nell’Adriatico, sono state concesse senza un Piano energetico nazionale. Il rischio da scongiurare è quello della sovrapposizione degli effetti dell’inquinamento derivanti dalla realizzazione di più impianti senza una valutazione complessiva. Pertanto la Regione Marche, prima di accedere a una eventuale intesa con il Governo centrale, richiede una valutazione dell’Impatto ambientale complessivo sul Mare Adriatico.
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