Mercoledì 1 luglio
Ore 17,30
Sala dei Savi Piazza del popolo
RICOMINCIAMO DA 14.273
Il centrosinistra ascolano all’indomani del voto amministrativo.
Assemblea pubblica con candidati e sostenitori delle liste
della coalizione Antonio CANZIAN Sindaco.
domenica 28 giugno 2009
martedì 23 giugno 2009
Ce l’abbiamo messa tutta.
Ci siamo anche andati vicino, più di quanto potessimo immaginare.
Una differenza di soli 427 voti su 29.659 voti espressi.Potevamo fare di più?
Chissà …..col senno di poi, ovviamente, il pensiero va a quanto in più si sarebbe potuto fare.
Tra quanti hanno pienamente condiviso questa avventura nessuno ha, probabilmente, nulla da rimproverarsi.
Qualcun altro…..forse.
Abbiamo combattuto tra due fuochi: un fuoco aperto e di una portata straordinaria messo in campo dal candidato di centro-destra Guido Castelli grazie al rilevantissimo appoggio economico che ha saputo conquistarsi (speriamo, come cittadini di Ascoli, di non doverlo pagare troppo!) ed uno “amico”, altrettanto aperto sino al termine delle primarie ma poi divenuto nascosto e, per questo, più difficile da fronteggiare e contrastare. Alla fine il fatto di non poter concentrare l'attenzione sui guasti prodotti nella nostra città dal centro-destra e sui limiti del candidato Castelli l'abbiamo pagato con una sconfitta di misura che, proprio perchè di misura fa ancora più male. La vittoria era infatti alla nostra portata.
A chi gioverà tutto questo?Mentre in Italia avanza quasi incontrastata una pericolosissima deriva di destra che ha come solo e credibile baluardo in grado di contrastarla tante amministrazioni locali nelle quali i cittadini vedono esprimersi giornalmente forme di buon governo (unico antidoto efficace contro l’estendersi a macchia d’olio dello strapotere della destra agevolato dalla prepotenza mediatica del Cavaliere) non c’è più spazio per giochi di potere e logiche di gruppo.L’orgoglio, l’astio, il risentimento e le aspirazioni personali andavano in questa occasione messi da parte (sarà tutta la cittadinanza di Ascoli a pagare questi infantilismi con altri 5 anni, se Dio vuole solo 5, di governo della giunta Castelli, di opere non realizzate, di opportunità non colte, di diritti negati).
Così non è andata, purtroppo. Che dire quindi?
Per il momento G R A Z I E.
Grazie innanzitutto ad Antonio. Un grazie a quanti ci hanno creduto, a quanti ci hanno messo la propria faccia, il proprio tempo, il proprio sorriso, le proprie lacrime.
Quando si affronta un confronto elettorale si può anche perdere e, stavolta, anche nelle ragioni della sconfitta è possibile ritrovare la forza per non smettere di sognare una Ascoli diversa.
alcuni commenti:
Belle parole Mario, belle.Lucide e appassionate nello stesso tempo.Peccato per quello che è accaduto, non voglio fare valutazioni che non mi competono e non entro nel merito, dico solo che mi dispiace enormemente, ci sono stata male.ciao a presto.
Katia
Mi dispiace ...non ho parole!!!bravi comunque..ciao
Manuela
La sonfitta brucia, ma nasce una Giunta Castelli, già vecchia negli uomini, nei metodi e nella continuità con la Giunta Celani, proprio questi aspetti aprono spazi politici enormi che bisognerà saper gestsire e conquistare.Sull'analisi del voto non concordo completamente con te.Ascoli è una Città fondamentalmente di Destra, ed è lì che bisogna andare a rodere il consenso, lo possiamo fare solo con una grossa apertura al Centro. Quella a Ciccanti è stata tardiva e poco chiara. Non tutti i suoi voti sono passati a noi. Io prendo ad esempio il grande lavoro che ha fatto Massimo D'Alema, dove in Puglia alleandosi con la parte più avanzata del Centro-Destra l'ex Ministro Poli Bertone, ha sbancato, lasciando per pochi voti solo la Provincia di Brindisi.Ecco questa secondo me è la strada, con i rifondaroli non si va da nessuna parte, sono geneticamente concepiti per perdere sempre, e per sognare, basta pensare che hanno mandato a casa 2 volte Prodi.In Provincia l'errore è stato fatto all'inizio, se non si cambiava avevamo vinto alla prima, ma anche qui la strategia non è stata chiara, agli occhi esterni è sembrata come una lotta di potere, tra il Presidente ed il suo Vice, questo è il messaggio che è passato alla gente. Poi la conseguente decisione di Rossi di non votare Mandozzi, cosa ancora più grave, è stata la mossa che ha portato alle naturale sconfitta conseguente.Di chi è la colpa di tutto questo? Non so, non mi convince di dare la colpa tutta ad Agostini, Ionni. io sono propenso a pensare che ci sia stata una strategia politica sbagliata e una analisi politica che non è riuscita a capire quali settori del Centro- Destra ci potevano permettere di conquistare consenso, perchè ti ripeto è lì che sta il problema. L' apertura a Ciccanti anche se si sapeva che c'era un'accordo con Agostini, non è stata fatta alla luce del sole, insomma non è stata la conseguenza di una elaborazione, di un lavoro, politico fatto insieme. Questo è stato l'errore di Agostini. Ma questa è la strada da seguire. Massimo insegna, lui è 20 anni avanti nella sua strategia rispetto agli altri, nella Destra ci sono migliaia e miglia di lavoratori a quelli che Massimo guarda.Ciao stammi bene
Rudy
Mario, tutto il mio sostegno per mantenere intatto quello che resta della nostra democrazia. Ora però tocca a voi del PD, quadri locali e gente che ci crede. Cacciate la dirigenza romana in blocco, da Franceschini a D'Alema, da Bersani a Rutelli. Non li vogliamo più vedere! Hanno sbagliato, hanno fallito e si devono togliere di mezzo. E cominciamo a parlare di cosa volete fare. Non lo sappiamo più. Ciao.
Roberto
gRAZIE mARIO E grazie ANTONIO, per le bella esperienza e per aver ridato un po' di speranza a chi crede veramente nella politica giusta, senza nepotismi e favoritismi e giochi di potere.Speriamo che aver perso per poco ci permetta di vedere qualche dimissione. (???????????????????)L'unica cosa positiva è che adesso la vallata non sarà il centro del mondo.Comunque non ci arrendiamo, continuiamo a combattere "chi ci prova può vincere o può perdere, chi non prova ha già perso"!!!!!!!!!!!!!Io ci sarò sempre!Contate su di me, W i giovani di sinistra!!!!!!Ciao DAVIDE
Sono addolorata per Ascoli e per Antonio, che è un caro amico personale...MA..loro governeranno la nostra città con soli 400 voti di vantaggio..contro la metà che non li vuole, e non sarà facile.Ancora una volta l'incredibile attitudine che ha la sinistra a dividersi, ci ha portato alla sconfitta, la sindrome della "Primadonna", ha fatto il resto.I pecoroni neri seguono fedeli un capo solo, ignobile che sia, e vincono...Dobbiamo trovare coesione, recuperare consensi dai delusi e disamorati, diffondere notizie e informazioni...darsi da fare adesso più che mai.Negli anni cinquanta, con quel clima di caccia alle streghe, ogni domenica mattina a Bologna, centinaia di volontari portavano in ogni casa, porta a porta l'UNITA'.(Bologna, dopo Ascoli è la mia seconda città adorata...che resiste, resiste..)Se l'informazione ufficiale in Italia monopolizzata da quell'unico soggetto,sta vivendo il suo momento più miserabile, sconfinando spesso nella censura,noi dobbiamo esaltare e diffondere gli organi di informazione liberi e attendibili, se possibile crearne di nuovi...e non smettere mai di parlare, dappertutto, a sasa, sui posti di lavoro, incessantemente..Questa vergogna nera di mafia e massoneria deve finire...Non smettiamo di combattere.Graziella.
Complimenti vivissimi a Canzian e alla sua lsita per il risultato raggiunto. E' mancata la vittoria, ma non è colpa loro, le responsabilità sono di altri. Hanno fatto una campagna elettorale con passione e intelligenza ricevendo fiducia dalla metà degli ascolani.
Pietro Paolo
Ci siamo anche andati vicino, più di quanto potessimo immaginare.
Una differenza di soli 427 voti su 29.659 voti espressi.Potevamo fare di più?
Chissà …..col senno di poi, ovviamente, il pensiero va a quanto in più si sarebbe potuto fare.
Tra quanti hanno pienamente condiviso questa avventura nessuno ha, probabilmente, nulla da rimproverarsi.
Qualcun altro…..forse.
Abbiamo combattuto tra due fuochi: un fuoco aperto e di una portata straordinaria messo in campo dal candidato di centro-destra Guido Castelli grazie al rilevantissimo appoggio economico che ha saputo conquistarsi (speriamo, come cittadini di Ascoli, di non doverlo pagare troppo!) ed uno “amico”, altrettanto aperto sino al termine delle primarie ma poi divenuto nascosto e, per questo, più difficile da fronteggiare e contrastare. Alla fine il fatto di non poter concentrare l'attenzione sui guasti prodotti nella nostra città dal centro-destra e sui limiti del candidato Castelli l'abbiamo pagato con una sconfitta di misura che, proprio perchè di misura fa ancora più male. La vittoria era infatti alla nostra portata.
A chi gioverà tutto questo?Mentre in Italia avanza quasi incontrastata una pericolosissima deriva di destra che ha come solo e credibile baluardo in grado di contrastarla tante amministrazioni locali nelle quali i cittadini vedono esprimersi giornalmente forme di buon governo (unico antidoto efficace contro l’estendersi a macchia d’olio dello strapotere della destra agevolato dalla prepotenza mediatica del Cavaliere) non c’è più spazio per giochi di potere e logiche di gruppo.L’orgoglio, l’astio, il risentimento e le aspirazioni personali andavano in questa occasione messi da parte (sarà tutta la cittadinanza di Ascoli a pagare questi infantilismi con altri 5 anni, se Dio vuole solo 5, di governo della giunta Castelli, di opere non realizzate, di opportunità non colte, di diritti negati).
Così non è andata, purtroppo. Che dire quindi?
Per il momento G R A Z I E.
Grazie innanzitutto ad Antonio. Un grazie a quanti ci hanno creduto, a quanti ci hanno messo la propria faccia, il proprio tempo, il proprio sorriso, le proprie lacrime.
Quando si affronta un confronto elettorale si può anche perdere e, stavolta, anche nelle ragioni della sconfitta è possibile ritrovare la forza per non smettere di sognare una Ascoli diversa.
alcuni commenti:
Belle parole Mario, belle.Lucide e appassionate nello stesso tempo.Peccato per quello che è accaduto, non voglio fare valutazioni che non mi competono e non entro nel merito, dico solo che mi dispiace enormemente, ci sono stata male.ciao a presto.
Katia
Mi dispiace ...non ho parole!!!bravi comunque..ciao
Manuela
La sonfitta brucia, ma nasce una Giunta Castelli, già vecchia negli uomini, nei metodi e nella continuità con la Giunta Celani, proprio questi aspetti aprono spazi politici enormi che bisognerà saper gestsire e conquistare.Sull'analisi del voto non concordo completamente con te.Ascoli è una Città fondamentalmente di Destra, ed è lì che bisogna andare a rodere il consenso, lo possiamo fare solo con una grossa apertura al Centro. Quella a Ciccanti è stata tardiva e poco chiara. Non tutti i suoi voti sono passati a noi. Io prendo ad esempio il grande lavoro che ha fatto Massimo D'Alema, dove in Puglia alleandosi con la parte più avanzata del Centro-Destra l'ex Ministro Poli Bertone, ha sbancato, lasciando per pochi voti solo la Provincia di Brindisi.Ecco questa secondo me è la strada, con i rifondaroli non si va da nessuna parte, sono geneticamente concepiti per perdere sempre, e per sognare, basta pensare che hanno mandato a casa 2 volte Prodi.In Provincia l'errore è stato fatto all'inizio, se non si cambiava avevamo vinto alla prima, ma anche qui la strategia non è stata chiara, agli occhi esterni è sembrata come una lotta di potere, tra il Presidente ed il suo Vice, questo è il messaggio che è passato alla gente. Poi la conseguente decisione di Rossi di non votare Mandozzi, cosa ancora più grave, è stata la mossa che ha portato alle naturale sconfitta conseguente.Di chi è la colpa di tutto questo? Non so, non mi convince di dare la colpa tutta ad Agostini, Ionni. io sono propenso a pensare che ci sia stata una strategia politica sbagliata e una analisi politica che non è riuscita a capire quali settori del Centro- Destra ci potevano permettere di conquistare consenso, perchè ti ripeto è lì che sta il problema. L' apertura a Ciccanti anche se si sapeva che c'era un'accordo con Agostini, non è stata fatta alla luce del sole, insomma non è stata la conseguenza di una elaborazione, di un lavoro, politico fatto insieme. Questo è stato l'errore di Agostini. Ma questa è la strada da seguire. Massimo insegna, lui è 20 anni avanti nella sua strategia rispetto agli altri, nella Destra ci sono migliaia e miglia di lavoratori a quelli che Massimo guarda.Ciao stammi bene
Rudy
Mario, tutto il mio sostegno per mantenere intatto quello che resta della nostra democrazia. Ora però tocca a voi del PD, quadri locali e gente che ci crede. Cacciate la dirigenza romana in blocco, da Franceschini a D'Alema, da Bersani a Rutelli. Non li vogliamo più vedere! Hanno sbagliato, hanno fallito e si devono togliere di mezzo. E cominciamo a parlare di cosa volete fare. Non lo sappiamo più. Ciao.
Roberto
gRAZIE mARIO E grazie ANTONIO, per le bella esperienza e per aver ridato un po' di speranza a chi crede veramente nella politica giusta, senza nepotismi e favoritismi e giochi di potere.Speriamo che aver perso per poco ci permetta di vedere qualche dimissione. (???????????????????)L'unica cosa positiva è che adesso la vallata non sarà il centro del mondo.Comunque non ci arrendiamo, continuiamo a combattere "chi ci prova può vincere o può perdere, chi non prova ha già perso"!!!!!!!!!!!!!Io ci sarò sempre!Contate su di me, W i giovani di sinistra!!!!!!Ciao DAVIDE
Sono addolorata per Ascoli e per Antonio, che è un caro amico personale...MA..loro governeranno la nostra città con soli 400 voti di vantaggio..contro la metà che non li vuole, e non sarà facile.Ancora una volta l'incredibile attitudine che ha la sinistra a dividersi, ci ha portato alla sconfitta, la sindrome della "Primadonna", ha fatto il resto.I pecoroni neri seguono fedeli un capo solo, ignobile che sia, e vincono...Dobbiamo trovare coesione, recuperare consensi dai delusi e disamorati, diffondere notizie e informazioni...darsi da fare adesso più che mai.Negli anni cinquanta, con quel clima di caccia alle streghe, ogni domenica mattina a Bologna, centinaia di volontari portavano in ogni casa, porta a porta l'UNITA'.(Bologna, dopo Ascoli è la mia seconda città adorata...che resiste, resiste..)Se l'informazione ufficiale in Italia monopolizzata da quell'unico soggetto,sta vivendo il suo momento più miserabile, sconfinando spesso nella censura,noi dobbiamo esaltare e diffondere gli organi di informazione liberi e attendibili, se possibile crearne di nuovi...e non smettere mai di parlare, dappertutto, a sasa, sui posti di lavoro, incessantemente..Questa vergogna nera di mafia e massoneria deve finire...Non smettiamo di combattere.Graziella.
Complimenti vivissimi a Canzian e alla sua lsita per il risultato raggiunto. E' mancata la vittoria, ma non è colpa loro, le responsabilità sono di altri. Hanno fatto una campagna elettorale con passione e intelligenza ricevendo fiducia dalla metà degli ascolani.
Pietro Paolo
domenica 14 giugno 2009
CON CANZIAN……AD UN PASSO DAL SOGNO.
Da mesi, in tanti, lavoriamo ad un sogno.
Quando questa avventura è iniziata eravamo pochi ma molto motivati e consapevoli di offrire ai cittadini ascolani la possibilità di cambiare finalmente la nostra città. Man mano che il tempo passava il gruppo delle persone che la condivideva è divenuto sempre più numeroso .
Oggi siamo in tanti a credere che Ascoli può davvero voltare pagina ma dobbiamo essere sempre di più.
Ad una sola settimana dal voto è più che mai necessario sentirsi tutti mobilitati. Ci confrontiamo con un avversario capace di mettere in campo una incredibile quantità di risorse economiche. Su questo terreno non possiamo certo competere. Non dimentichiamo però che noi abbiamo dalla nostra parte l’entusiasmo,le idee, tante donne e tanti uomini, che, tutti insieme, possono davvero trasformarsi in una pacifica forza inarrestabile.
Sentiamoci tutti, in prima persona, parte di questo confronto. Dall’esito di queste elezioni dipende il futuro della nostra città: tanti ed importanti sono i progetti in campo e le modalità e i tempi di realizzazione di questi delineeranno un ruolo nuovo della nostra città o ne determineranno il definitivo declino.
Una settimana è davvero poco tempo. Mettiamocela tutta, convinciamo sempre più persone a scegliere Canzian e a promuoverlo tra i propri conoscenti. Usiamo tutti i sistemi che ci sembrano più opportuni: quelli tradizionali e tutti quelli che la nostra fantasia ci suggerisce.
Se siamo in tanti a volerlo basta poco, se siamo in tanti a farlo, un sogno si costruisce in fretta.
mercoledì 10 giugno 2009
martedì 2 giugno 2009
PD: 7 proposte per uscire dalla crisi.
1. Sistema universale di ammortizzatori sociali
essenziale strumento di protezione sociale e di tutela della vita stessa delle piccole imprese. Il Pd propone alcune misure immediate e in prospettiva la realizzazione di un’organica riforma degli ammortizzatori sociali di tipo europeo.
Nell'immediato:
a) l'introduzione di una misura temporanea di sostegno al reddito dei precari e degli altri lavoratori che perdono il lavoro e sono sprovvisti di copertura assicurativa, da associare ad attività di formazione e programmi di reinserimento lavorativo;
b) l'innalzamento della copertura Cassa integrazione ordinaria e straordinaria (CIG e CIGS) per proteggere dalle crisi, insieme ai lavoratori, anche le piccole imprese, che solo così possono sopravvivere e non creare ulteriore disoccupazione;
c) la sospensione del pagamento delle rate del mutuo contratto per l’acquisto dell’abitazione di residenza per i lavoratori che perdono il posto di lavoro.
In prospettiva, va realizzata una organica riforma del sistema degli ammortizzatori sociali in modo da arrivare all’istituzione di un sussidio unico di disoccupazione, di cui possa beneficiare chiunque perde il proprio posto di lavoro, inclusi i precari, a prescindere quindi dal tipo di contratto, dal settore e dalla dimensione dell’impresa nella quale veniva svolta l’attività lavorativa, con l’unica condizione dell’impegno alla riqualificazione e ad accettare offerte di lavoro.
2. Aumento del potere d’acquisto delle famiglie
con una riduzione della pressione fiscale sui redditi medio-bassi. Aumento delle detrazioni sui redditi da lavoro dipendente, autonomo e da pensione, a partire dai redditi e dalle pensioni più basse, per dare, attraverso questa via, alla fine della legislatura, 100 euro in più al mese per i redditi fino a 30.000 euro l’anno. L'intervento, alternativo al bonus famiglia e alla social card, viene erogato anche ai contribuenti incapienti attraverso trasferimenti.
3. Promozione di nuova occupazione femminile:
meno costi per l'impresa che assume una donna; meno tasse sul reddito da lavoro delle donne; sostegno all’imprenditoria femminile, anche attraverso il microcredito; accompagnamento degli interventi fiscali con politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e con il potenziamento di servizi di cura per la famiglia (asili nido, assistenza anziani non autosufficienti, ecc).
4. Green economy
per rilanciare la nostra economia rendendola più competitiva, per attivare fra nuovi lavori e riqualificazione (o almeno “salvataggio”) di quelli esistenti, un milione di posti di lavoro nei prossimi cinque anni e rispettare gli impegni presi a livello europeo.
Il Pd propone una serie di interventi, tra i quali un piano di riqualificazione degli edifici pubblici; rendere permanenti le agevolazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica delle abitazioni e degli edifici privati, costruzione di 100.000 nuovi alloggi, tra edilizia pubblica e canone agevolato, a bassissimo consumo energetico; incentivi per la rottamazione delle auto vincolati all’acquisto di auto a basse emissioni e bassi consumi e sostegno alla ricerca e all’innovazione dell’industria automobilistica per le auto ecologiche del futuro; favorire investimenti pubblici per il rinnovo del parco mezzi con acquisto di autobus a metano e avviare un piano di 1.000 treni per i pendolari, con 300 milioni di euro all’anno per cinque anni; ecoincentivi per l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo; raddoppiare nei prossimi dieci anni l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili e favorire lo sviluppo di una industria nazionale del settore, rafforzando Industria 2015 e promuovendo nuove imprese che producano impianti, tecnologie, pannelli solari, nuovi materiali per l’edilizia; semplificare e dare certezza alle regole, ad esempio, nelle procedure di autorizzazione e nei regolamenti edilizi dei comuni; promuovere una politica agricola organica e favorire le imprese e le economie che puntano sul turismo di qualità, sui prodotti agricoli legati al territorio, alla manifattura italiana; incentivare il riciclo dei rifiuti e l’industria ad esso collegata: un incremento del 15% in dieci anni rispetto ai livelli attuali rappresenterebbe il 18% dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 e significherebbe far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
5. Aumento degli investimenti pubblici in infrastrutture
con priorità alle opere immediatamente cantierabili dei Comuni, a questo scopo parzialmente liberati dal vincolo del Patto di Stabilità Interno; si potrebbe così far partire entro il mese di giugno un programma di piccole e medie opere immediatamente cantierabili, ora bloccate dalla legge 133/2008, e avviare in tempi contenuti un piano straordinario di riqualificazione degli edifici pubblici, scuole soprattutto, per migliorare l’efficienza energetica e la messa in sicurezza.
Vanno inoltre ripristinate le risorse sottratte agli investimenti nel Mezzogiorno, in particolare al Fondo per le Aree Sottoutilizzate.
6. Sostegno alle imprese
essenziale strumento di protezione sociale e di tutela della vita stessa delle piccole imprese. Il Pd propone alcune misure immediate e in prospettiva la realizzazione di un’organica riforma degli ammortizzatori sociali di tipo europeo.
Nell'immediato:
a) l'introduzione di una misura temporanea di sostegno al reddito dei precari e degli altri lavoratori che perdono il lavoro e sono sprovvisti di copertura assicurativa, da associare ad attività di formazione e programmi di reinserimento lavorativo;
b) l'innalzamento della copertura Cassa integrazione ordinaria e straordinaria (CIG e CIGS) per proteggere dalle crisi, insieme ai lavoratori, anche le piccole imprese, che solo così possono sopravvivere e non creare ulteriore disoccupazione;
c) la sospensione del pagamento delle rate del mutuo contratto per l’acquisto dell’abitazione di residenza per i lavoratori che perdono il posto di lavoro.
In prospettiva, va realizzata una organica riforma del sistema degli ammortizzatori sociali in modo da arrivare all’istituzione di un sussidio unico di disoccupazione, di cui possa beneficiare chiunque perde il proprio posto di lavoro, inclusi i precari, a prescindere quindi dal tipo di contratto, dal settore e dalla dimensione dell’impresa nella quale veniva svolta l’attività lavorativa, con l’unica condizione dell’impegno alla riqualificazione e ad accettare offerte di lavoro.
2. Aumento del potere d’acquisto delle famiglie
con una riduzione della pressione fiscale sui redditi medio-bassi. Aumento delle detrazioni sui redditi da lavoro dipendente, autonomo e da pensione, a partire dai redditi e dalle pensioni più basse, per dare, attraverso questa via, alla fine della legislatura, 100 euro in più al mese per i redditi fino a 30.000 euro l’anno. L'intervento, alternativo al bonus famiglia e alla social card, viene erogato anche ai contribuenti incapienti attraverso trasferimenti.
3. Promozione di nuova occupazione femminile:
meno costi per l'impresa che assume una donna; meno tasse sul reddito da lavoro delle donne; sostegno all’imprenditoria femminile, anche attraverso il microcredito; accompagnamento degli interventi fiscali con politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e con il potenziamento di servizi di cura per la famiglia (asili nido, assistenza anziani non autosufficienti, ecc).
4. Green economy
per rilanciare la nostra economia rendendola più competitiva, per attivare fra nuovi lavori e riqualificazione (o almeno “salvataggio”) di quelli esistenti, un milione di posti di lavoro nei prossimi cinque anni e rispettare gli impegni presi a livello europeo.
Il Pd propone una serie di interventi, tra i quali un piano di riqualificazione degli edifici pubblici; rendere permanenti le agevolazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica delle abitazioni e degli edifici privati, costruzione di 100.000 nuovi alloggi, tra edilizia pubblica e canone agevolato, a bassissimo consumo energetico; incentivi per la rottamazione delle auto vincolati all’acquisto di auto a basse emissioni e bassi consumi e sostegno alla ricerca e all’innovazione dell’industria automobilistica per le auto ecologiche del futuro; favorire investimenti pubblici per il rinnovo del parco mezzi con acquisto di autobus a metano e avviare un piano di 1.000 treni per i pendolari, con 300 milioni di euro all’anno per cinque anni; ecoincentivi per l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo; raddoppiare nei prossimi dieci anni l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili e favorire lo sviluppo di una industria nazionale del settore, rafforzando Industria 2015 e promuovendo nuove imprese che producano impianti, tecnologie, pannelli solari, nuovi materiali per l’edilizia; semplificare e dare certezza alle regole, ad esempio, nelle procedure di autorizzazione e nei regolamenti edilizi dei comuni; promuovere una politica agricola organica e favorire le imprese e le economie che puntano sul turismo di qualità, sui prodotti agricoli legati al territorio, alla manifattura italiana; incentivare il riciclo dei rifiuti e l’industria ad esso collegata: un incremento del 15% in dieci anni rispetto ai livelli attuali rappresenterebbe il 18% dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 e significherebbe far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
5. Aumento degli investimenti pubblici in infrastrutture
con priorità alle opere immediatamente cantierabili dei Comuni, a questo scopo parzialmente liberati dal vincolo del Patto di Stabilità Interno; si potrebbe così far partire entro il mese di giugno un programma di piccole e medie opere immediatamente cantierabili, ora bloccate dalla legge 133/2008, e avviare in tempi contenuti un piano straordinario di riqualificazione degli edifici pubblici, scuole soprattutto, per migliorare l’efficienza energetica e la messa in sicurezza.
Vanno inoltre ripristinate le risorse sottratte agli investimenti nel Mezzogiorno, in particolare al Fondo per le Aree Sottoutilizzate.
6. Sostegno alle imprese
sia rafforzando Confidi, sia garantendo il regolare e tempestivo pagamento delle pubbliche amministrazioni, sia ripristinando l'automatismo dei crediti d'imposta per la ricerca, gli investimenti, le ristrutturazioni; in particolare il Pd propone di accelerare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese fino a 250 dipendenti attraverso il ricorso, nei limiti di 3 miliardi di euro per il 2009, alle risorse della gestione separata della Cassa Depositi e Prestiti; di potenziare le contro-garanzie per i Confidi - fino a triplicarne l'attuale capacità - di tutte le categorie del lavoro autonomo e delle piccole imprese, anche attraverso l’intervento della SACE; di dare attuazione alle misure previste nei decreti per la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese ed alle famiglie approvati all’inizio di ottobre 2008, ma rimasti inapplicati per l’assenza a tutt’oggi dei regolamenti attuativi, in particolare per la garanzia della raccolta bancaria a medio termine e a garanzia del rischio di credito.
Il Pd propone inoltre una serie di interventi fiscali per il lavoro autonomo e le imprese. Tra questi, il potenziamento del forfettone fiscale: per lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e professionisti innalzamento del limite di fatturato a 70.000 euro l'anno e del limite di spesa per la disponibilità di beni strumentali a 45.000 euro nel triennio (circa 2 milioni di soggetti potenzialmente interessati, per i quali si elimina l'Iva, l'Irpef, l'Irap e gli studi di settore e si applica un'imposta sostitutiva complessiva del 20%); la riduzione della ritenuta d'acconto applicata sui ricavi dei professionisti (dal 20 al 10%) per evitare ricorrenti crediti fiscali, soprattutto per i professionisti più giovani; per il biennio 2009-2010; l’introduzione di un moltiplicatore pari a 2 per la deducibilità degli oneri finanziari derivanti dagli investimenti produttivi effettuati nel biennio 2007-2008, aggiuntivi rispetto alla media del triennio precedente; l'azzeramento per il biennio 2009-2010 dell'imposta sostitutiva sul reddito, attualmente prevista al 27,5%, per le ditte individuali e società di persone in contabilità ordinaria per la parte di reddito re-investita in azienda; la sospensione del tetto alla deducibilità degli interessi passivi per il biennio 2009-2010 per i soggetti Ires.
7. Difesa e valorizzazione del made in Italy,
con la ricerca e con l’innovazione ma anche tutelando marchi e denominazioni e contrastando il dumping sociale e lo sfruttamento del lavoro minorile.
Alla manovra anticiclica, con misure di immediato sostegno all’economia, devono essere unite riforme strutturali che accrescano il PIL potenziale e dunque riforme per la regolazione concorrenziale dei mercati (dalle banche alle assicurazioni, dalle professioni ai servizi pubblici locali, fino all'energia), in modo da mettere il paese in condizione di correre, quando la crisi internazionale sarà superata.
Insieme a queste, va tutelato come bene assoluto il merito di credito del paese e quindi la stabilità finanziaria. La riduzione della spesa corrente, attraverso una spending review sulla quale fondare una sistematica operazione di benchmark che faccia emergere le migliori pratiche in modo che verso esse convergano tutti i segmenti della pubblica amministrazione; il controllo delle entrate attraverso una intelligente lotta all’evasione fiscale; la valorizzazione dell'ingente patrimonio pubblico, per ottenere che si trasformi da fonte di costo a fonte di reddito sono essenziali per garantire la stabilità di medio periodo della finanza pubblica.
Insieme a queste va poi realizzata la riorganizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi, delle amministrazioni centrali e di ciascuna amministrazione regionale; la digitalizzazione "forzata" di tutta la Pubblica Amministrazione; l'accorpamento, in due anni, di tutti gli uffici periferici dello Stato centrale. Questo insieme di attività - da realizzare attraverso innovazioni legislative e, soprattutto, amministrative - è in grado di realizzare obiettivi di risparmio crescenti nel tempo (dopo due anni, un punto di PIL).
Già nel 2009, il costo delle misure anticicliche proposte è coperto, per la metà, da maggiori entrate legate all’innalzamento del Pil, dal riavvio delle politiche antievasione, dall’assorbimento nell’ambito dell’intervento generalizzato delle risorse dedicate al bonus famiglia e alla social card, dai primi risparmi dovuti all’attivazione delle centrale unica per gli acquisti. Possibili risparmi in conto interessi, da valutare in sede di assestamento del Bilancio dello Stato a Luglio 2009, dovrebbero essere utilizzati per migliorare la copertura. L’indebitamento ed il debito aggiuntivo previsto per il 2009 viene più che compensato nel corso del 2010 e 2011, grazie al venir meno degli effetti delle misure di carattere temporaneo, al recupero di risorse dall'evasione, al risparmio di spesa e, soprattutto, alla maggiore crescita conseguente alle riforme strutturali proposte.
Il Pd propone inoltre una serie di interventi fiscali per il lavoro autonomo e le imprese. Tra questi, il potenziamento del forfettone fiscale: per lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e professionisti innalzamento del limite di fatturato a 70.000 euro l'anno e del limite di spesa per la disponibilità di beni strumentali a 45.000 euro nel triennio (circa 2 milioni di soggetti potenzialmente interessati, per i quali si elimina l'Iva, l'Irpef, l'Irap e gli studi di settore e si applica un'imposta sostitutiva complessiva del 20%); la riduzione della ritenuta d'acconto applicata sui ricavi dei professionisti (dal 20 al 10%) per evitare ricorrenti crediti fiscali, soprattutto per i professionisti più giovani; per il biennio 2009-2010; l’introduzione di un moltiplicatore pari a 2 per la deducibilità degli oneri finanziari derivanti dagli investimenti produttivi effettuati nel biennio 2007-2008, aggiuntivi rispetto alla media del triennio precedente; l'azzeramento per il biennio 2009-2010 dell'imposta sostitutiva sul reddito, attualmente prevista al 27,5%, per le ditte individuali e società di persone in contabilità ordinaria per la parte di reddito re-investita in azienda; la sospensione del tetto alla deducibilità degli interessi passivi per il biennio 2009-2010 per i soggetti Ires.
7. Difesa e valorizzazione del made in Italy,
con la ricerca e con l’innovazione ma anche tutelando marchi e denominazioni e contrastando il dumping sociale e lo sfruttamento del lavoro minorile.
Alla manovra anticiclica, con misure di immediato sostegno all’economia, devono essere unite riforme strutturali che accrescano il PIL potenziale e dunque riforme per la regolazione concorrenziale dei mercati (dalle banche alle assicurazioni, dalle professioni ai servizi pubblici locali, fino all'energia), in modo da mettere il paese in condizione di correre, quando la crisi internazionale sarà superata.
Insieme a queste, va tutelato come bene assoluto il merito di credito del paese e quindi la stabilità finanziaria. La riduzione della spesa corrente, attraverso una spending review sulla quale fondare una sistematica operazione di benchmark che faccia emergere le migliori pratiche in modo che verso esse convergano tutti i segmenti della pubblica amministrazione; il controllo delle entrate attraverso una intelligente lotta all’evasione fiscale; la valorizzazione dell'ingente patrimonio pubblico, per ottenere che si trasformi da fonte di costo a fonte di reddito sono essenziali per garantire la stabilità di medio periodo della finanza pubblica.
Insieme a queste va poi realizzata la riorganizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi, delle amministrazioni centrali e di ciascuna amministrazione regionale; la digitalizzazione "forzata" di tutta la Pubblica Amministrazione; l'accorpamento, in due anni, di tutti gli uffici periferici dello Stato centrale. Questo insieme di attività - da realizzare attraverso innovazioni legislative e, soprattutto, amministrative - è in grado di realizzare obiettivi di risparmio crescenti nel tempo (dopo due anni, un punto di PIL).
Già nel 2009, il costo delle misure anticicliche proposte è coperto, per la metà, da maggiori entrate legate all’innalzamento del Pil, dal riavvio delle politiche antievasione, dall’assorbimento nell’ambito dell’intervento generalizzato delle risorse dedicate al bonus famiglia e alla social card, dai primi risparmi dovuti all’attivazione delle centrale unica per gli acquisti. Possibili risparmi in conto interessi, da valutare in sede di assestamento del Bilancio dello Stato a Luglio 2009, dovrebbero essere utilizzati per migliorare la copertura. L’indebitamento ed il debito aggiuntivo previsto per il 2009 viene più che compensato nel corso del 2010 e 2011, grazie al venir meno degli effetti delle misure di carattere temporaneo, al recupero di risorse dall'evasione, al risparmio di spesa e, soprattutto, alla maggiore crescita conseguente alle riforme strutturali proposte.
lunedì 1 giugno 2009
Franceschini in Toscana rilancia le proposte ambientali dei democratici."Usciamo dalla crisi con la green economy"
Prima un salto sul tetto di un palazzo tra i pannelli solari poi l'invito al governo a occuparsi delle energie rinnovabili. Insomma dopo i rifiuti e il degrado siciliano la possibile rinascita dell'Italia. Il leader del Pd ne ha parlato dopo aver visitato l'impianto fotovoltaico del comune toscano di Capannorio, considerato uno dei più avanzati del suo genere. "Noi del Pd - ha detto - da mesi stiamo promuovendo un grande piano di investimenti in questo settore, un piano in particolare per investimenti negli edifici pubblici, come ospedali, scuole, altri palazzi di uso pubblico e così via, affinchè siano fatti investimenti sostenuti dallo Stato. Questo è un modo perchè la pubblica amministrazione dia il buon esempio sul fronte dell'energia rinnovabile e del risparmio energetico, e anche una modalità concreta per rilanciare questo comparto dell'economiaDovunque sto andando in questi giorni sto trovando energia positiva, quella degli italiani che hanno voglia di uscire dalla crisi. Donne e uomini che mi raccontano le loro difficoltà ma che chiedono al governo che non giri la testa dall'altra parte".La giornata in provincia di Lucca fa dire a Franceschini che c'è un bel paese "l'Italia che non va in televisione, ma che conserva i valori di una volta, quelli che ci hanno trasmesso le precedenti generazioni e cioè quello di aiutarsi l'un l'altro e di fare ciascuno bene il proprio mestiere. Al governo questa Italia chiede di non voltarsi dall'altra parte, cosa che purtroppo è esattamente quello che è successo nei mesi scorsi. Mentre altri governi di altri paesi - ha detto il segretario del Pd - si sono concentrati per affrontare l'emergenza, da noi c'è stato un atteggiamento diverso. È come se il messaggio fosse di arrangiarsi, di cavarsela da soli in attesa che la crisi in qualche modo finisse. Non si può fare - ha proseguito - perché c'è chi ha le spalle robuste a sufficienza per aspettare, ma c'è anche chi invece non ce la può fare se non riceve un aiuto dallo Stato".Chi? Le fasce più deboli, quelli che hanno lo stipendio o la pensione e non arrivano a fine mese, i precari, i co.co.pro.. Gli invisibili per questo governo.
Iscriviti a:
Post (Atom)