giovedì 11 febbraio 2010

Milleproroghe

Un altro taglio al personale dal “milleproroghe”:
non risparmi ma meno entrate


La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato il cosiddetto decreto “Milleproroghe” che opera un ennesimo taglio “non inferiore al 10 per cento” al personale delle pubbliche amministrazioni, ad esclusione di alcuni comparti come la pubblica sicurezza, Vigili del Fuoco, Forze armate, Presidenza del Consiglio e Protezione Civile. Un taglio drastico che si aggiunge a quelli già effettuati con la legge 133 del 2008.

Una mannaia per i servizi pubblici che mette a rischio la loro tenuta e la loro qualità. Una mannaia che si abbatterà indiscriminatamente su un settore che, dopo essere stato umiliato dalla propaganda del Ministro Brunetta, adesso viene ulteriormente ridimensionato nell'organico. Tutto ciò mentre il Governo procede indisturbato nell'opera di privatizzazione dello Stato, dall'acqua al ciclo dei rifiuti passando per la Difesa e la Protezione Civile.

Si riduce arbitrariamente la capacità del pubblico di fornire servizi efficienti, mentre parallelamente la politica ed i privati si appropriano degli apparati dello Stato e del loro controllo.

Recentemente un'inchiesta giornalistica ha evidenziato come il blocco del turn-over, nella sola Inps, abbia causato una drastica diminuzione degli ispettori in organico, scesi da 1.588 a 1380 in soli 3 anni, con danni erariali evidenti. Parliamo infatti di lavoratori che in media producono entrate (recupero di mancate entrate) per 1 milione e 88 mila euro a testa. La medesima valutazione potrebbe essere fatta per il personale dell'Agenzia delle Entrate.

Un aiuto agli evasori, insomma, mentre li si premia ulteriormente con il prolungamento dello “scudo”, sempre contenuto nel “Milleproroghe”, e soprattutto un danno irreparabile per il bilancio pubblico.

Qualcuno ha calcolato i costi per la collettività di una tale riduzione? Quali saranno i servizi colpiti, quante le mancate entrate? Ma non era stato lo stesso Ministro Brunetta a sostenere che bisognava operare scelte selettive all'interno di un vero e proprio “piano industriale”?


Roma, 9 Febbraio 2010

Contibuti per universitari figli di disoccupati


Nella Regione Marche, a favore degli studenti universitari, l’Amministrazione ha provveduto a mettere a punto una misura anticrisi finalizzata, tra l’altro, a garantire sul territorio la coesione sociale, la difesa dell’occupazione, ed il sostegno allo sviluppo sul territorio .
A seguito di una proposta formulata dall’assessorato all’Istruzione e al diritto allo studio, la Giunta della Regione Marche ha così istituito un contributo una tantum per gli studenti iscritti all’università a patto che in famiglia ci siano genitori che, residenti sul territorio regionale, a causa della crisi sono in cassa integrazione straordinaria, in mobilità o sono disoccupati da almeno tre mesi. Per la misura la Regione ha stanziato un milione di euro che permetterà ad ogni figlio universitario di ricevere un contributo una tantum pari a 400 euro; quello che può essere definito in tutto e per tutto come un “bonus università“, è frutto tra l’altro di un protocollo d’intesa che la Regione Marche ha siglato con i Sindacati.
Oltre alla condizione che nella famiglia dello studente siano presenti genitori in difficoltà a livello occupazionale, occorre anche rispettare dei limiti di reddito: nello specifico, il nucleo familiare, con riferimento alla dichiarazione dei redditi presentata nell’anno 2009, a valere quindi sul 2008, deve rispettare, relativamente all’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, un limite di reddito che non può superare i 30 mila euro.DGR 16/11/2009, N. 1867 - Criteri e modalità per l’attribuzione del contributo “una tantum” a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria.



LA GIUNTA REGIONALE


VISTO il documento istruttorio riportato in calce alla presente deliberazione predisposto dalla P.F. Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni dal quale si rileva la necessità di adottare il presente atto;

RITENUTO, per i motivi riportati nel predetto documento istruttorio e che vengono condivisi, di deliberare in merito;

VISTA l’attestazione della copertura finanziaria di cui all’articolo 48 della legge regionale 11 dicembre 2001, n. 31;

VISTA la Legge regionale di approvazione del bilancio regionale 22/12/2009, n. 32;

VISTA la DGR n. 2.191 del 21/12/2009 di approvazione del POA;

VISTA la proposta del dirigente del servizio Istruzione, Formazione e Lavoro che contiene il parere favorevole di cui all’articolo 16, comma 1, lettera d) della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 sotto il profilo della legittimità e della regolarità tecnica;

VISTO l’articolo 28 dello Statuto della Regione;

Con la votazione, resa in forma palese, riportata a pagina 1


D E L I B E R A

1. di approvare i criteri e le modalità per l’attribuzione di un contributo “una tantum” a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori, residenti nelle Marche, che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria, così come descritto nell’allegato A) parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione, per la somma complessiva di € 1.000.000,00;
2. di stabilire che il Dirigente della PF. Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni provvederà con propri atti ad emanare l’avviso pubblico, all’esclusione delle domande pervenute non ammissibili ai sensi del relativo avviso pubblico, all’approvazione della graduatoria, all’impegno di spesa delle risorse e all’erogazione del finanziamento a favore dei soggetti beneficiari, e agli atti conseguenti all’attuazione dell’intervento;
Di incaricare il dirigente della PF Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni ad emanare un successivo bando nel caso in cui vengano registrate economie o nel caso in cui venga incrementato lo stanziamento della misura di che trattasi con innalzamento del tetto ISEE a 36.000,00€.
La Regione Marche si riserva di effettuare i controlli su almeno il 5% del numero dei contributi erogati. La Regione si avvarrà degli ERSU delle Marche per effettuare tali controlli;
5. La copertura finanziaria del presente provvedimento è assicurata dallo stanziamento di € 1.000.000,00 sul capitolo 20818103 UPB 2.08.18 del bilancio di previsione 2010.


LA SEGRETARIA DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA
(D.ssa. Elisa Moroni) (Dr. Gian Mario Spacca)









DOCUMENTO ISTRUTTORIO

Normativa di riferimento

DGR 16/11/2009, n. 1.867: Protocollo d’intesa tra la Regione Marche la CGIL Marche, la CISL Marche e la UIL Marche per la difesa del lavoro la coesione sociale e il sostegno allo sviluppo del 12 novembre 2009.

Motivazione

La Regione Marche ha firmato il 12 novembre 2009 un protocollo di Intesa con i sindacati CGIL, CISL UIL Marche in cui ritiene indispensabile attuare misure che abbiano l’obiettivo di difendere l’occupazione e la coesione sociale. Tra le misure elencate è prevista la misura “CONTRIBUTO “UNA TANTUM” PER SOSTENERE GLI STUDI a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria.


Nei diversi incontri con le organizzazioni sindacali sono stati declinati e messi a punto i criteri e le modalità per l’attivazione della misura sopra richiamata. La proposta è stata esaminata anche in sede di Commissione Regionale Lavoro nella seduta del 25/1/2010.

Si propone l’adozione di criteri e modalità secondo l’allegato A) parte integrante del presente atto.
Ai sensi dell’art.13 del Decreto Legislativo 196/2003 si informa che il trattamento dei dati personali che verranno comunicati alla Regione Marche – P.F. Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni, sarà unicamente finalizzato all’espletamento delle proprie funzioni istituzionali di informazione, documentazione e promozione delle politiche ed attività realizzate.
La domanda di contributo equivale a consenso al trattamento dei dati da parte del responsabile del procedimento.
Con nota ID 3119060 del 03/02/2010 del dirigente del Servizio Istruzione, Formazione Lavoro è stata richiesta la variazione compensativa del capitolo 20818103 UPB 2.08.18 del bilancio di previsione 2010 ad un nuovo capitolo della stessa UPB per l’importo di 1.000.000,00 di euro in quanto il codice SIOPE del capitolo non corrisponde al tipo di intervento da fare.
Esito dell’istruttoria
Sulla scorta delle motivazioni sopra esposte si propone all’approvazione della Giunta regionale la presente deliberazione ad oggetto: DGR 16/11/2009, N. 1867 - Criteri e modalità per l’attribuzione del contributo “una tantum” a favore dei figli iscritti all’università di lavoratori che si trovano da almeno tre mesi in disoccupazione, in mobilità, in cassa integrazione straordinaria.

Il responsabile del procedimento
Dott.ssa Gilda Stacchiotti




Posizione di Funzione Istruzione, Diritto allo Studio e Rendicontazioni

VISTO
Il dirigente responsabile
(D.ssa Graziella Cirilli)






ATTESTAZIONE DELLA COPERTURA FINANZIARIA
Si attesta la disponibilità della somma di € 1.000.000,00 di cui al presente atto sulla dotazione del capitolo 20818103 bilancio 2010.

ASILI NIDO: PUBBLICO E' MEGLIO


Il TG1 delle ore 20,00 del 3 febbraio, con nostra sorpresa, ha mandato in onda un inchiesta effettuata sugli asilo nidi privati, un inchiesta interessante, nella quale si è delineato uno scenario inquietante: bambini parcheggiati in luoghi che non rispettano le garanzie minime di vivibilità e sicurezza, lavoratori e lavoratrici insufficienti, cioè che non garantiscono il rapporto uno a sei, con tipologie contrattuali per lo più precarie o senza contratto.Questo è un esempio plastico di come si trasformano i servizi connessi al welfare (ma non solo quelli), quando sono gestiti da chi si propone come obiettivo principale il profitto, da chi pensa unicamente di trarre guadagno da modelli sociali che subordinano la qualità della vita al processo produttivo, per cui non si praticano politiche di inclusione sociale, ma si pretende sempre più repressione.Il servizio del TG 1 deve essere sfuggito dal controllo delle notizie secondo le quali il lavoro pubblico è sintomo di inefficienza e le lavoratrici ed i lavoratori pubblici sono il covo del fannullonismo; quando si esce dalla propaganda e si entra nel merito, la verità delle cose e le dinamiche reali diventano evidenti, anche per chi non vuol vedere.

Roma, 4 Febbraio 2010-- Ufficio StampaFederazione Lavoratori Funzione Pubblica CGIL NazionaleVia L.Serra, 3100153, Roma

domenica 7 febbraio 2010

da Europa

Nel Pd si apre la Terza Via

Ed eccola, è arrivata la Terza Via per il Pd. Anche se per la verità sarebbe la primissima, la via originaria, quella che coltivavano oltre dieci anni fa Prodi, Parisi, Veltroni. La fa intravedere (in maniera un po’ vaga in verità) Sergio Chiamparino. Ne scrivono in diversi su Europa, sul Foglio. Proverà a farne suo manifesto politico la mozione di Ignazio Marino, a convegno questo fine settimana. Ma la teoria più compiuta la propone Goffredo Bettini sul Riformista, e Bettini ha sicuramente moltissimi errori da farsi perdonare però rimane una delle teste migliori del centrosinistra.
Tutto si deve all’avventura parallela di Nichi Vendola e di Emma Bonino. Che sono accomunati non dalla prospettiva di una rinascita della sinistra radicale/antagonista (evento fantapolitico che nulla ha a che vedere con quanto accade in Puglia e nel Lazio), bensì dal dato mascroscopico evidenziato ieri su Europa da Elisabetta Ambrosi: entrambi sono diventati immediatamente catalizzatori delle speranze, delle passioni e del consenso della stragrande maggioranza di iscritti, militanti ed elettori del Pd. Pur senza essere, né Vendola né Bonino, non solo iscritti al Pd, ma neanche tanto amici visti numerosi precedenti a dir poco conflittuali.
La suggestione che il successo della coppia Vendola-Bonino fa venire in mente è quella di un maxi-Pd (Nuovo Ulivo, lo chiama Chiamparino, Grande Pd lo chiamò Giuliano Ferrara tempo fa) che abbatta gli steccati dei partiti fondatori del 2007 e si espanda a rappresentare l’intera area del centrosinistra, travolgendo naturalmente anche la cristalleria degli attuali rapporti di forza interni fra correnti e nomenklature: cocci peraltro già tutti in terra, dopo le fuoriuscite più o meno eccellenti, la frammentazione di Area democratica, il ruolo di battitrice libera di Rosy Bindi, la dimostrata impossibilità per Bersani di tenere le propaggini territoriali sotto controllo, la sua prevedibile autonomizzazione rispetto a D’Alema...
A sentire di molti, nel Pd di oggi non c’è molto da conservare dunque si può gettare nuovamente un cuore oltre l’ostacolo. Sarà.
A noi non pare tanto facile.
Il fatto è che la suggestione di Bettini, Chiamparino, Marino eccetera non travolge solo la chincaglieria: travolge la linea politica sulla quale Bersani ha stravinto primarie e congresso.
Noi chiamiamo quest’ultima ipotesi Terza Via – in sfregio alla scaramanzia – perché un Pd così allargato non era né il Pd di Veltroni (che forse avrebbe voluto farlo in questo modo, ma venne chiamato alla segreteria in un contesto molto diverso, rigido, post-fusione Ds-Margherita) né tanto meno il Pd di Bersani.
Che casomai è o vorrebbe essere l’esatto contrario: un partito più compatto nell’identità, di ambizioni proprie più ridotte, che lascia spazio a sinistra e al centro a forze autonome, diverse da sé e coalizionabili in un “nuovo centrosinistra”.
Se questa idea di sovvertire dopo appena quattro mesi l’esito politico del congresso può prendere piede, è perché – come ha scritto anche Europa due giorni fa – la logica coalizionale di Bersani e D’Alema ha mostrato gravi limiti al primo impatto con la realtà, in questa fase di preparazione alle Regionali. Mettere insieme sigle e siglette, non c’è niente da fare, non funziona.
Appena sulla scena si sono affacciati personaggi con una dote personale di credibilità e consenso (Vendola, Bonino, ma anche De Luca), il risiko delle geometrie variabili è saltato e tutti i partiti si sono dovuti regolare di conseguenza: non è ancora venuto il momento della loro ripristinata centralità, semmai verrà. D’Alema non ha smesso di dover soffrire per colpa di quelli che chiama cacicchi.
Dopo le Regionali si spalancano tre anni senza elezioni, destinati a un grande lavorìo di riassetto del sistema (come si capisce anche dall’impegnativo articolo di rancesco Rutelli che pubblichiamo oggi).
Riaprire il congresso del Pd su questi temi di fondo sarebbe molto diverso che consumarlo nella spirale di ritorsioni e vendette fra dalemiani, veltroniani, fassiniani, popolari di ogni rito, rutelliani orfani.
Per evitare che questo triste spettacolo si ripresenti, serve a poco la risposta un po’ burocratica e parecchio retorica data ieri a Bettini da Stefano Fassina (perché agli operai dell’Eutelia, chiamati inopinatamente in causa, non dovrebbe essere utile avere a difenderli un Pd più forte e rappresentativo dell’attuale?).
Casomai lo stesso Bersani – che è persona pragmatica e nient’affatto ideologica – potrebbe decidere che di Prodi valga la pena di mutuare non solo l’understatement comunicativo ma anche le ambizioni strategiche, soprattutto ora che personaggi importanti ma ingombranti sembrano (e sono) fuori gioco.
Scenario stimolante però, confessiamolo, difficile.
Anche perché non sarebbe solo il Pd a dover dimostrare una insospettabile verve rifondativa: radicali, vendoliani, verdi, tanti altri dovrebbero abbandonare le logiche ristrette nelle quali si sono sempre mossi. E anzi sarebbe per loro particolarmente difficile farlo se le avventure personali di Vendola e Bonino dovessero andar bene.
Vedremo. Quel che è certo, una volta di più, è che l’avvio della campagna elettorale regionale restituisce l’immagine arcinota di un popolo di centrosinistra con un fortissimo senso di appartenenza unitaria, del tutto indifferente alle tattiche di partito e pronto, appena gliene si dà l’occasione, a capovolgerle. C’è una saggezza di fondo, in questo imperturbabile ulivismo popolare (non sapremmo come altrimenti chiamarlo), con la quale prima o poi toccherà far pace.

Dal PD di Senigallia

Con il presente documento vorremmo ribadire un convincimento condiviso e diffuso non solo tra gli iscritti al Partito Democratico, ma anche tra i tanti simpatizzanti ed elettori con i quali in questi giorni ci siamo confrontati serratamente. Siamo infatti convinti che... sia necessario non perdere mai di vista le esigenze e i malesseri di tutti quei cittadini che ogni giorno ci impegniamo a rappresentare e ai quali in occasioni delle tornate elettorali ci rivolgiamo affinché continuino a sostenerci con il loro voto, e soprattutto con la loro stima. In questi giorni è emerso un disagio profondo, dovuto alla gestione delle trattative per allargare la coalizione di centrosinistra in virtù delle prossime Elezioni Regionali. Non ci sentiamo di condividere una coalizione che escluda partiti a cui da sempre, pur se con approcci diversi, ci uniscono sogni, speranze e idee e che condividono una visione su tematiche per noi fondamentali : una scuola pubblica, che deve essere sempre più difesa e valorizzata ; una sanità pubblica che possa garantire sempre livelli di eccellenza a tutti e indistintamente; la gestione dell’acqua che è un bene comune dell’umanità e non può e non deve essere privatizzata come una merce qualsiasi; un no deciso al nucleare al quale devono essere preferite le tante opportunità offerte dalle fonti di energia rinnovabili; e un’ attenzione prioritaria a chi sta subendo le tragiche conseguenze di una crisi che si è fatta sentire con gravità anche nella nostra Regione. Chiediamo che si dia ascolto non solo agli iscritti ma ai tanti cittadini che quando sono chiamati a pronunciarsi spesso ribaltano le previsioni dei sondaggi. Il caso delle recenti Primarie in Puglia e la crescente popolarità di Nichi Vendola, ci insegna che il popolo di centrosinistra è un popolo attento, critico e determinato a far sentire le proprie ragioni e non si piega agli accordi stipulati da pochi nel chiuso delle stanze del palazzo.Riteniamo utile e corretto un ampliamento della coalizione, perché può garantire una probabile vittoria sul centrodestra. Ma riteniamo altresì fondamentale e prioritario dare ascolto alle tante, troppe voci che in queste settimane si affollano per scongiurare che la maggioranza di centro sinistra ,che fino ad oggi ha governato bene, finisca qui la sua avventura.Per rispetto di noi stessi e degli elettori che hanno creduto nel progetto del Partito Democratico come un progetto politico riformatore e di centrosinistra, riteniamo quindi come atto di dissenso dover autosospendere la nostra iscrizione al Partito. Segreteria PD Senigallia http://www.pdsenigallia.it/single_news.php?tipo=1&id=12654182462679